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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2015 alle ore 08:12.

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Roma

Sono 71.643 le domande di partecipazione alla procedura nazionale del piano straordinario di assunzioni di docenti precari previsto dalla “Buona Scuola”. La cifra definitiva è stata resa nota dal Miur ieri, 14 agosto, data di scadenza del bando aperto il 28 luglio. «Siamo molto soddisfatti dell’adesione alla procedura nazionale - ha dichiarato il ministro Stefania Giannini - La piattaforma ha funzionato perfettamente e i candidati hanno capito l’importanza di partecipare per la loro vita e per quella della scuola».

Il premier Matteo Renzi ha parlato su Facebook di «Ferragosto speciale per quei 71.643 nostri connazionali che vivono un’estate diversa» perché «possono superare dopo anni e anni la condizione di precariato». E ha aggiunto: «Questo rende ragione di tante critiche, insulti, polemiche degli ultimi mesi. Passo dopo passo, l’Italia torna a credere nel proprio futuro. Un futuro meno precario». Soddisfazione da parte del ministro Giannini anche «per la rapidità e l’efficienza con cui i nostri Uffici scolastici regionali tra la fine di luglio e la prima metà di agosto hanno assunto 29mila docenti». Giannini ha poi assicurato: «A metà settembre, con l’avvio delle lezioni, avremo coperto le cattedre vacanti».

Le domande del piano straordinario assunzioni potevano essere presentate solo on line. Potevano partecipare sia gli iscritti alle graduatorie a esaurimento sia i vincitori (più gli idonei) del “concorsone-Profumo” del 2012. Che dovevano indicare, però, tra le altre cose, un ordine di preferenza tra tutte le Province italiane. Le nomine avverranno però in modo centralizzato, con procedura informatizzata. I prof potranno accettare o meno l’offerta ricevuta da viale Trastevere in base alle posizioni disponibili. Chi rinuncia non riceverà altre proposte di assunzione. Non tutti gli aventi diritto hanno presentato domanda. Non a caso il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha smorzato l’esultanza. E ha accusato Palazzo Chigi di fare orecchie da mercante sulla «confusione e il disagio di tanti docenti che spesso vivono con disperazione l’ipotesi di dover lasciare la famiglia per accettare una nomina in una qualunque delle province italiane».

Parole che toccano uno dei punti del provvedimento più attaccato dai docenti precari, ossia la possibilità di andare a lavorare a centinaia di chilometri di distanza dalla propria abitazione. Era questo il senso del flash mob organizzato da un gruppo nutrito di professori che ieri all’aeroporto di Cagliari-Elmas ha mostrato uno striscione con su scritto “Scuola sarda no trolley”.

Da una prima valutazione sull’adesione al piano straordinario di assunzioni, però, il numero di richieste ha superato ampiamente le attese, visto che al Miur, almeno a stare alle indiscrezioni, si attendevano realisticamente circa 60mila richieste. Non solo. Tanti docenti meridionali che avevano annunciato il boicottaggio delle domande hanno poi deciso di comportarsi in modo diverso. Non a caso, il maggior numero di domande arrivate al Miur provengono dalla Sicilia (11.864) e dalla Campania (11.142), seguite dal Lazio (7.125) e dalla Lombardia (6.630).

Il maxi-piano di stabilizzazioni messo in piedi dal governo con la “Buona scuola” punta a immettere in ruolo 102.736 precari. La prima fase (o meglio la «fase zero» per usare l’espressione di viale Trastevere) è partita nelle scorse settimane e doveva servire a coprire i 36.627 posti liberi da turnover (21.880 comuni e 14.747 sul sostegno). Le cattedre non assegnate in questa sede sono tornate in gioco nella fase “A” che riguardava invece le altre 10.849 posizioni vacanti e disponibili (ad esempio gli spezzoni di ore). Le eventuali disponibilità non assegnate nei primi due step sono tornate in ballo per la procedura nazionale (fasi “B” e “C”) disciplinata dal bando chiuso ieri.

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