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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2015 alle ore 08:12.

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ROMA

«Lo scandalo di un funerale». È il titolo dell’Osservatore romano con il quale, a tre giorni dalle sfarzose esequie con elicottero, carrozza e manifesti per Vittorio Casamonica, patriarca dell’omonima famiglia malavitosa della Capitale, il Vaticano interviene nella polemica che è diventata un caso dall’eco internazionale. Da Oltretevere arrivano parole severe: «Da una parte la preghiera per i defunti, dall’altra lo spettacolo mediatico, l’ostentazione di potere, la strumentalizzazione chiassosa e volgare di un gesto di elementare pietà umana e cristiana come il funerale che, già di per sé, richiederebbe almeno compostezza, riserbo, dignità e, soprattutto, silenzio».

Dall’articolo emerge anche la preoccupazione della Santa sede per il danno reputazionale all’immagine di un città che a breve ospiterà il Giubileo straordinario. Uno sfregio all’immagine della città che si poteva prevenire ed evitare visto che quella famiglia, si fa notare, è «tristemente famosa, almeno nella capitale d’Italia, per la voracità dei suoi tentacoli nella gestione di affari malavitosi e criminali». Quanto alle accuse di «connivenza» o «quanto meno di una qualche acquiescenza da parte della comunità cattolica» per la scelta di celebrare il rito funebre di un capo clan la risposta è: «Nulla di più lontano dalla realtà» perché nella posizione della Chiesa nei confronti della mafia «non c’è spazio per zone d’ombra». «La gente ora pensa che siamo collegati con la mafia di Casamonica ma noi con loro non abbiamo niente a che fare» si è sfogato ieri don Franco, il sostituto parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, quartiere Cinecittà, quadrante sud-est della città, dove la numerosa e potente famiglia di origine sinti si è ritrovata per omaggiare l’ultima volta “zio Vittorio”, “il Re di Roma” come lo chiamavano figli e nipoti. «Non sapevamo che era il boss» ha spiegato il prete.

Intanto, tra dichiarazioni e rimpalli di responsabilità, è arrivata al Viminale la relazione con la quale il prefetto Franco Gabrielli - dopo aver chiesto chiarimenti a Questura, carabinieri, polizia municipale e Campidoglio - ha ricostruito la vicenda per attribuire le responsabilità di quanto si è visto per le strade della capitale (si veda l’articolo in basso): un funerale che non sarebbe dispiaciuto a Michael Corleone, il “Padrino” di Francis Ford Coppola. E che ha fatto dire al presidente dell’authority Anticorruzione Raffaele Cantone, intervistato dal Messaggero, che «c’è stata una sottovalutazione» dell’evento. Domani, ha annunciato Gabrielli, «faremo un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica appositamente dedicato alla vicenda».

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano - finito a sua volta sotto accusa per la vicenda - sollecita l’organismo a prendere le «decisioni necessarie per governare al meglio situazioni di questo genere, potenziando la circolarità dei flussi di comunicazione a livello locale, perché quanto avvenuto non accada mai più». Uno degli aspetti che ha suscitato maggior stupore e inquietudine è stato quello dell’elicottero monomotore R22 che, per lanciare petali di rosa al momento dei funerali,decollato dall’elisuperficie di Terzigno (Napoli) ha fatto una deviazione non prevista dal piano di volo (al pilota è stata sospesa la licenza). «Si solleciterà l’Enac - fa sapere Alfano - perché avvii una valutazione dei requisiti per l’autorizzazione al volo e perché preveda eventualmente una revisione delle licenze già concesse».

La domanda da giovedì è sempre la stessa: possibile che nessuno sapesse? Il penalista Mario Giraldi, storico difensore della famiglia dei Casamonica, non ha dubbi. «Il giorno della morte di Vittorio - spiega il legale - ho presentato istanza alla Corte d’appello per ottenere che il figlio agli arresti potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell’ordine su richiesta dell’autorità giudiziaria si sono recate nell’abitazione dove viveva Vittorio, insieme ai figli, per effettuare una sorta di controllo ed erano quindi perfettamente a conoscenza del fatto che il giorno successivo si sarebbero svolti i funerali».«Sono state rispettate le procedure come da prassi»fanno sapere dall’Arma dei Carabinieri a proposito dell’autorizzazione al figlio di Vittorio Casamonica e ad altri due parenti (tutti ai domiciliari). «Sono stati avvisati gli uffici competenti», compreso il commissariato di Tor Vergata, competente della zona.

«Da quando governa il Pd a Roma nessuno sa mai nulla ed è sempre colpa di qualcun altro» può commentare da Milano Roberto Maroni, governatore della Lombardia ed ex ministro dell’Interno.

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