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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2015 alle ore 06:35.

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La mediazione si addice alle piccole liti: la percentuale più alta di accordi riguarda infatti controversie da mille a 5mila euro. La partecipazione a questa procedura di risoluzione extragiudiziale dei conflitti resta però contenuta: nel primo trimestre 2015 è arrivata infatti al 44,9%. Nella maggior parte dei casi, quindi, uno dei contendenti non si presenta nemmeno all’incontro preliminare di programmazione.

Dai dati del ministero della Giustizia emerge comunque che sono sempre di più i magistrati che si fidano di questo strumento: nello stesso primo trimestre 2015 le mediazioni demandate dal giudice sono state 4.900. Un boom se confrontato con gli anni precedenti: in tutto il 2014 i casi in cui i magistrati hanno invitato le parti a utilizzare questo istituto erano stati 7.699 e nel 2013 solo 489.

La partecipazione

L’aumento della partecipazione a partire dall’autunno 2013 (il tentativo di conciliazione è tornato obbligatorio dal 30 settembre di quell’anno) è stato contenuto ma costante. Gli incentivi fiscali da una parte e il rischio di sanzioni dall’altra non sono però ancora riusciti a portare l’adesione (quanto meno) al primo “colloquio” oltre il 50%.

Quando la mediazione è condizione di procedibilità della domanda, l’iter prevede infatti un incontro preliminare di programmazione e la mediazione comincia solo se le parti durante tale incontro danno il consenso a proseguire. «L’incremento delle comparizioni - dice Fabio Bartolomeo che guida la direzione generale delle statistiche del ministero della Giustizia - è comunque un fatto positivo, un segnale che la cultura della mediazione si sta diffondendo».

Deflazione e valore delle liti

Intanto il ricorso alla mediazione sta cominciando ad alleggerire i carichi giudiziali: nel 2014, la riduzione delle cause civili nelle materie in cui questo istituto è obbligatorio è stata infatti del 15%. «Se si considera - spiega Bartolomeo - che la flessione totale dei procedimenti in materia civile presso i tribunali, lo scorso anno, è stata del 5% è chiaro che il ricorso alla mediazione ha determinato un calo delle cause del 10%».

Dal punto di vista monetario sono le liti in cui gli importi in gioco sono più bassi quelle con il maggior numero di accordi. In testa ci sono le controversie da mille a 5mila euro, rispetto alle quali il tasso di successo è del 35% (percentuale calcolata escludendo le procedure in cui non c’è stata adesione nemmeno all’incontro preliminare). Sopra i 25mila euro, gli esiti positivi scendono sotto il 20% per ridursi al 5% quando il valore è tra 2,5 e 5 milioni.

Numero di iscrizioni

Nel primo trimestre 2015 le iscrizioni sono state 57.074, in netto aumento (+22%) rispetto allo stesso periodo del 2014. Dallo scorso anno la crescita, pur con qualche oscillazione, è stata costante e da gennaio a marzo 2015 le domande hanno superato il picco di 56.949 raggiunto nell’ultimo trimestre 2014. La maggior parte riguarda i contratti bancari (il 25,6%), seguono le controversie in materia di locazioni e condominio: insieme rappresentano infatti oltre il 22% del totale.

Accordi raggiunti

La mediazione funziona? Se si considerano i procedimenti in cui viene svolto il primo incontro, la percentuale di successi, ossia di accordi raggiunti, è bassa: solo il 21,4% si conclude con un’intesa fra le parti. Questo dato sconta però i molti casi in cui le parti si limitano a partecipare al colloquio preliminare di programmazione ma non proseguono sulla via della mediazione. Escludendo, invece, le procedure in cui gli aderenti hanno aderito solo al primo incontro conoscitivo , il tasso di successo sale al 43 per cento. «È un buon risultato - aggiunge Bartolomeo - perché è solo dopo questo incontro che la mediazione parte davvero. La scelta di continuare nella via extragiudiziale dipende molto dagli avvocati che assistono le parti».

Dai dati del ministero della Giustizia emerge inoltre che, fra i vari organismi che si occupano di mediazione, la percentuale di accordi più bassa risulta raggiunta da quelli che fanno capo all’Ordine degli avvocati.

La durata

Tempi in aumento e un po’ più lunghi di quanto previsto dalle norme ma comunque inferiori a quelli dei tribunali. La durata media di una procedura di mediazione conclusa con un accordo è stata di 102 giorni nel primo trimestre 2015, (il limite massimo è tre mesi) contro gli 83 del 2014 e gli 82 del 2013. Per un processo ci sono voluti però, in media, 844 giorni nel 2013 e 796 nel 2014.

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