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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2015 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 29 agosto 2015 alle ore 08:47.

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Il Pd apre a una delle modifiche chieste con maggiore insistenza da centristi e cattolici (anche democratici) sulla regolamentazione delle unioni civili: verrà perciò messo nero su bianco che si tratterà di un istituto distinto dal matrimonio cancellando ogni riferimento all’articolo 29 della Costituzione e agli articoli con cui il codice civile regolamenta il matrimonio. La decisione dettata dai numeri esigui con cui la maggioranza si tiene al Senato e dal timore dell’ostruzionismo, non sembra però ancora essere sufficiente a convincere gli alleati di Ncd.

A parlare delle modifiche che mercoledì verranno messe sul tavolo della commissione Giustizia del Senato, è la relatrice del ddl, Monica Cirinnà. «Accetterò qualche modifica all’articolo 1 e 3» dove «invece che citare gli articoli del codice civile» che fanno riferimento al matrimonio «si avrà un elenco di diritti», afferma la senatrice sottolineando come «nessuna grande riforma si fa chiudendo la porta in faccia a qualcuno». Alle sue parole fanno eco quelle di Giorgio Tonini, tra i principali mediatori Dem con l’ala più dialogante di Ap al Senato. «Abbiamo sempre detto che c’è piena disponibilità del Pd a lavorare per migliorare il testo e, se serve, chiarire questa distinzione tra i diritti per gli omosessuali» nelle unioni civili e il matrimonio, spiega, specificando al tempo stesso un punto sul quale il Pd non è intenzionato a cedere: «Sul riconoscimento di diritti individuali e basta, non siamo d’accordo». Anche perché, osserva il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto, «il legislatore troverà gli strumenti tecnici più adeguati ma resta chiaro che va fatto ciò che ci dice la Corte costituzionale» ovvero la creazione di un istituto distinto dal matrimonio ma con la «garanzia dell’omogeneità di trattamento tra coppie omosessuali e coniugate».

Ncd parla di «tentativi gattopardeschi» e annuncia che la «battaglia riprenderà» mentre per il pasdaran Carlo Giovanardi il testo «è da riscrivere completamente». Del tema parlerà certamente il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi il 4 settembre: sarà ospite del Padova Pride Village.

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