Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2015 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 30 agosto 2015 alle ore 15:30.

My24

FIRENZE

«Fortemente impressionato» dal discorso di Matteo Renzi alla Knesset di fine luglio e consapevole che, per il governo italiano, immigrazione e minaccia terroristica restano una vera spina nel fianco, il premier israeliano Benjamin Netanyahu sembra essersi convinto che può contare se non su un pieno appoggio almeno sulla comprensione italiana nella crociata contro le ambizioni espansionistiche di Teheran in tutta la regione mediterranea compresa la Libia. «Ci unisce una forte comunanza di valori - ha detto ieri sera il premier italiano - innanzitutto per la pace e contro il terrorismo e la barbarie. L’Italia è con Israele per riportare la pace in tutta la regione».

Il premier israeliano non si è fatto sfuggire l’occasione di tenere aperto il dialogo con il premier italiano a solo un mese di distanza dalla visita di Renzi in Israele accettando l’invito a visitare il padiglione israeliano all’Expo di Milano e trascorrere lo shabbat a Firenze con visita alla comunità ebraica della città e alle gallerie dell’Accademia.

Netanyahu ha apprezzato la creatività e la capacità di innovazione italiana testimoniata dalle opere d’arte del Rinascimento custodite a Firenze. Ma, ha detto il premier israeliano, «questa civiltà oggi è sotto la minaccia dell’Islam militante: l’Isis cattura l’attenzione del mondo, ma c’è anche un altra minaccia: lo stato islamico dell’Iran il cui programma nucleare ha scopi non civili ma militari e a quel programma noi ci opponiamo». Secondo Netanyahu l’accordo di Vienna consentirà l’arricchimento del plutonio da parte dell’Iran e quindi la creazione di un vero arsenale nucleare. «In questo modo – ha spiegato il premier israeliano – l’Iran diventerà più ricco e potente e sarà difficile, a quel punto, contrastare le sue ambizioni nucleari». Una minaccia cui dovrebbero pensare bene l’Italia e l’Europa che si trovano a contrastare i flussi migratori e la minaccia terroristica. «Primo ministro Renzi - ha detto il premier israeliano - rendiamoci conto che il mio e il tuo Paese possono fare molto. Rendiamoci conto che cosa si sta subendo adesso con l’immigrazione illegale: migliaia di persone che partono in tutti i momenti dalla Libia, dall’Africa del Nord. È una tragedia ed è anche una sfida, mentre noi vogliamo solo creare un Mediterraneo sicuro e garantire pace e prosperità; questo è quello che i nostri popoli ci chiedono di garantire».

Ma anche se non deve farsi attrarre troppo dalle opportunità economiche e di investimento in Iran, l’Italia resta per Israele un alleato strategico sulla sponda Nord del Mediterraneo nei settori scientifici e dell’innovazione tecnologica, nella cybersecurity e nell’agroindustria. «Possiamo espanderci insieme in questi settori - ha detto Netanyahu a Renzi - e questo ci aiuterà nella comune lotta al terrorismo». Perché, ha aggiunto «c’è una regola semplice e fondamentale: il futuro appartiene a chi innova e in questo l’Italia è sempre stata fantastica». Anche nella cena di lavoro Netanyahu ha ripreso gli stessi temi mettendo in guardia Renzi dallo stringere troppi accordi economici con Teheran perché la nuova amministrazione americana potrebbe ripensare le sanzioni. E proprio ieri lo stesso presidente Barack Obama ha lanciato segnali distensivi manifestando la volontà di ricucire i rapporti col governo israeliano di Benjamin Netanyahu una volta che a metà settembre il Congresso avrà votato l’accordo sul nucleare iraniano. Accordo, ha ribadito, che impedirà a Teheran di avere la bomba atomica. Per il presidente americano, che ha avuto un incontro con i leader della comunità Jewish American, gli Usa e Israele devono «ridare vigore» alle loro relazioni dopo mesi di incomprensioni. Devono quindi tornare attorno a un tavolo e riprendere il filo del discorso interrottosi a causa della questione iraniana. Usando toni decisamente più soft rispetto al recente passato, Obama ha ribadito come l’amicizia tra Usa e Israele non può essere assolutamente messa in discussione, nemmeno dai contrasti sull’Iran.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia