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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2015 alle ore 06:37.

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Sembra che l’ordine di scuderia sia partito: cercare in Senato ogni singolo voto senza guardare a schieramenti, gruppi, marchi, maggioranza o opposizione non importa. La battaglia sull’articolo 2 del Ddl Boschi (quello che manderebbe in soffitta l’elettività del Senato) sarà all’ultimo voto e prescinderà dal colore della maglia dei senatori.

È chiaro che la priorità è quella di recuperare i 28 dissidenti Pd che hanno firmato gli emendamenti per ripristinare l’elettività di Palazzo Madama che Renzi vuol mandare in soffitta. Ma la strategia è quella di guardare ben oltre. E di lavorare per ottenere tutti i voti possibili. Un disegno che fa leva - non è un segreto - sulla scarsa voglia di molti parlamentari di assistere a incidenti parlamentari che porterebbero dritto alle elezioni politiche anticipate. Il premier ha già chiarito che non c’è alcuno scandalo se gli uomini di Verdini voteranno la riforma come già fatto in prima lettura quando Forza Italia era seduta al tavolo delle riforme. Ma l’obiettivo è di andare al di là dei verdiniani e, a quanto si apprende, sono partiti contatti con i senatori azzurri.

D’altra parte lo stesso Berlusconi potrebbe, nel corso dell’iter, ammorbidire le sue posizioni e concedere qualche voto ai Dem o sotto forma di veri e propri sì o, con più probabilità, sotto forma di assenze strategiche in Aula al momento del voto. In questo modo, si abbesserebbe l’asticella dei voti necessari per raggiungere il quorum, non i 161 che rappresentano la maggioranza assoluta, ma molti meno. E non a caso ieri i Dem puntualizzavano: «Non ci servono 161 voti ma uno in più delle opposizioni». Il Cavaliere in ogni caso è convinto che alla fine Renzi ce la farà a palazzo Madama. Determinanti saranno i verdiniani e altri senatori sparsi, compresi alcuni ex grillini. Se poi il premier dovesse trovarsi in difficoltà, ragionano fonti di Fi, a quel punto spetterà a lui (che ha il boccino della situazione in mano) dover chiamare gli azzurri al tavolo per la partita finale.

Già, perché sulla carta a Palazzo Madama l’articolo 2 del Ddl Boschi potrebbe essere affossato dagli emendamenti sul Senato elettivo che contano oltre 170 voti favorevoli. Fino a 176-177. Se infatti non ci fosse di mezzo il rischio di elezioni anticipate per l’elettività del Senato sarebbero pronti a schierarsi compattamente tutte le opposizioni ad esclusione dei verdiniani (ma alla presentazione degli emendamenti anche quel gruppo presentò la sua proposta di Senato elettivo, salvo poi ritirarla). A questi andrebbero aggiunti i 28 dissidenti Pd e 12 senatori delle Autonomie.

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