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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2015 alle ore 06:37.
roma
Silvio Berlusconi per ora lascia a Renato Brunetta il compito di dettare la linea: «Noi siamo contro questo governo, contro queste riforme costituzionali ed elettorali, noi siamo contro Renzi», tuona il capogruppo alla Camera dopo l’incontro tenutosi a Porto Rotondo, nella villa del Cavaliere, a cui erano presenti anche il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani, il governatore della Liguria Giovanni Toti e la responsabile per la comunicazione Deborah Bergamini.
Berlusconi osserva lontano da Roma le mosse di Renzi. Di dargli una mano non ha nessuna voglia. Ma allo stesso tempo ha bisogno di smarcarsi dal ruolo di comprimario di Salvini. Tra gli azzurri c’è la convizione che il segretario del Carroccio goda di troppa visibilità e per Fi è fondamentale non finire dentro il cono d’ombra in cui vorrebbe relegarla il segretario della Lega. Ecco perché finora Berlusconi ha lasciato cadere nel vuoto gli appelli dell’altro Matteo sul «ticket» elettorale. L’ex premier vuole tornare a occupare la scena (si è anche messo a dieta) e non è intenzionato a cedere lo scettro a Salvini della leadership del centrodestra. È un messaggio indirizzato anzitutto ai suoi. Il Cavaliere sa bene che se desse l’idea di voler abdicare a favore del leader leghista, rischierebbe seriamente la diserzione di una parte del suo esercito che, nonostante la scissione dei fittiani e l’addio di Verdini, resta comunque consistente e determinante per gli equilibri parlamentari. Che vuole far valere con entrambi i Mattei a Roma come a Milano, dove al momento si esclude di appoggiare «il candidato di Salvini». Per la stessa ragione Forza Italia non parteciperà alla serrata annunciata dal leader della Lega contro il governo.
Ma l’ex premier aspetta soprattutto di capire quale sarà la scelta di Renzi, se andrà al muro contro muro in aula senza l’accordo con la minoranza del suo partito o se invece si guarderà attorno. Perché se è vero che il Cavaliere non ha alcuna intenzione di dar vita a un nuovo Nazareno è altrettanto verosimile che veda come una sciagura il rischio di elezioni anticipate. Di qui le oscillazioni e soprattutto la necessità di non rimanere “prigioniero” delle mosse dei suoi avversari o alleati.
Salvini lo sa. Ed è per questo che ieri, dopo aver atteso invano una risposta del Cavaliere, è tornato a parlare del ticket dicendosi anche «pronto» a farsi da parte nonostante senta «di avere l’appoggio di tanti italiani». Parole solo apparentemente confortanti. Subito dopo è infatti partitata la stilettata: «Bisogna vedere cosa vuole fare Forza Italia perché c’è un pezzo di partito che vorrebbe sostenere Renzi e un altro pezzo che dice non si tocca questa Europa e questo euro, quindi che si decidano». Un uno-due che non è piaciuto a Fi tant’è che a stretto giro è arrivata la replica della Bergamini: «Forza Italia ha una sola voce, una sola linea politica ed è quella del presidente Berlusconi». Dal vertice è arrivata invece la conferma di organizzare con gli alleati del centrodestra un tavolo per definire programmi comuni e candidature. In realtà si attende l’incontro tra Berlusconi e Salvini che si erano dati appuntamento al rientro delle vacanze. Al momento però il Cavaliere sembrra intenzionato a non interromperle, tant’è che probabilmente rimarrà a Villa Certosa anche la prossima settimana.
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