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Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2015 alle ore 08:13.

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ROMA

«Incrementi delle pensioni a condizioni molto vantaggiose» rispetto agli altri lavoratori. Sono quelli di cui beneficiano i sindacalisti perché attraverso uno specifico meccanismo «possono vedersi versati i contributi da enti terzi presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro» e «possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali contributi aggiuntivi». A scattare questa fotografia è l’Inps nell’ambito dell’operazione trasparenza denominata “Porte aperte” che l’Istituto presieduto da Tito Boeri ha avviato da alcuni mesi. L’ente precisa subito che «i sindacalisti non appartengono a una gestione previdenziale a sé stante» ma fa anche notare che, a parità di regole per il calcolo della pensione (quindi senza “contribuzione aggiuntiva”), il loro assegno si ridurrebbe «in media intorno al 27%, con punte anche del 66%».

A finire sotto la lente dell’Inps è la possibilità per i sindacalisti di cumulare la contribuzione figurativa del lavoro in aspettativa non retribuita a quella dell’impegno nel sindacato. L’ente si sofferma poi sulla contribuzione aggiuntiva che può essere versata sia nel caso dell’aspettativa non retribuita che in quello del distacco sindacale. Ed evidenzia che «se il versamento della contribuzione aggiuntiva non incide su quando si può andare in pensione, ha riflessi importanti sul livello della pensione, soprattutto per i dipendenti pubblici che si trovano nel regime misto (o in regime retributivo ante riforma Fornero)». Questo perché la prestazione può essere calcolata anche sulla base del sistema operativo prima del 1992 (calcolo sulla base dell’ultima retribuzione percepita) che è «più generoso» di quello sempre “retributivo” applicato dal 1992 (media delle retribuzioni percepite in un periodo di tempo più lungo).

Secondo le banche dati dell’Inps, nel settore privato «i lavoratori in aspettativa non retribuita sono stati 2.773 nel 2013» mentre il ricorso all’aspettativa retribuita è stato molto raro. A differenza del settore pubblico dove, sempre nel 2013, i dipendenti pubblici in distacco sindacale retribuito sono stati 1.045 e quelli in aspettativa sindacale 748. L’Inps sottolinea anche che «per compensi per attività sindacale non superiori alla retribuzione figurativa del lavoratore l’organizzazione sindacale non paga mai alcun contributo. I contributi sulla retribuzione figurativa del lavoratore - si aggiunge nel dossier - sono a carico della gestione previdenziale di appartenenza, quindi della collettività dei lavoratori “contribuenti” della gestione».

Ma i sindacati non ci stanno. La Cgil: il sindacato applica le leggi in vigore. E la Uil: «È grave che l’Inps diffonda notizie imprecise».

Quanto alla partita sui pensionamenti flessibili, ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha affermato che «non è detto» che le nuove misure vengano inserite nella legge di stabilità. Tra le ipotesi tecniche sul tappeto resta quella del disegno di legge ad hoc.

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