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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2015 alle ore 06:35.

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Nella spazzatura di casa ciascun italiano butta in media 487 chilogrammi di rifiuti l’anno, tanto quanto un bovino medio adulto. Il peso del nostro cestino, in realtà, varia da regione a regione: a sporcare (e caso mai sprecare) di più sono i cittadini dell’Emilia-Romagna che in media producono 625,3 kg di rifiuti pro-capite, seguiti da toscani e valdostani; i campioni della pulizia, invece, sono gli abitanti della Basilicata (358,7 kg) e del Molise (394,2).

A raccontare la produzione e gestione dei rifiuti urbani sono le statistiche del Catasto dei rifiuti, istituito per legge presso l’Ispra. In base all’ultimo aggiornamento disponibile (dati 2013) si scopre che nei cassonetti italiani finiscono quasi 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui solo 12,5 vengono differenziati (pari al 42,3%).

A differenziare di più è il Nord-Est: i campioni dello smaltimento sono gli abitanti del Veneto, che “riciclano” il 64,7% dei rifiuti prodotti, seguiti da quelli del Trentino-Alto Adige (64,6%)e del Friuli-Venezia Giulia (59%). Sul fondo della classifica siciliani (13,4%) e calabresi (14,7%). È la raccolta dell’organico, che rappresenta in media il 42% della differenziata, quella che gli italiani sono più abituati a gestire nelle loro abitazioni. Al secondo posto la carta (24,4%), mentre nel cassonetto “green” faticano ad arrivare vetro, metalli e rifiuti elettronici (Raee). Tra le curiosità, spiccano le percentuali di raccolta dei legnami in Valle D’Aosta e in Liguria (che incide per una quota superiore al 10% sul totale della differenziata), così come della plastica in Puglia. Tra le province, invece, che producono più spazzatura si classificano Olbia-Tempio, Rimini e Ravenna; tra quelle che differenziano di più (oltre il 70% dei rifiuti) Treviso, Belluno e Pordenone. Stando alle quantità, infine, gli italiani sporcano di più della media europea (Ue 28): 422 kg di rifiuti pro-capite prodotti in media ogni anno.

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