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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2015 alle ore 06:35.
ROMA
La novità del nuovo «allegato Infrastrutture» al Documento di economia e finanza (Def) sarà sicuramente la cancellazione di numerose opere dalla legge obiettivo: per azzerarle del tutto in quanto ormai “fuori programmazione” o comunque per trasferirle alla gestione della legge ordinaria senza corsie preferenziali. Il «Def infrastrutture» sarà sostanzialmente suddiviso in tre parti: nella prima le priorità individuate già ad aprile dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio; nella seconda le opere da cancellare; nella terza le nuove priorità definite dal ministro nei suoi incontri con le Regioni. Questa struttura dovrebbe aiutare il passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione che sta avvenendo anche con altre iniziative e su molti altri piani.
Delrio già ad aprile ha archiviato il primato della legge obiettivo e quella che era la corsia preferenziale per ottenere finanziamenti e approvazioni progettuali al Cipe si è trasformata negli ultimi sei mesi in una specie di fantasma. Al punto che alla Camera alcuni esponenti del Pd hanno presentato emendamenti nella riforma del codice degli appalti che puntano a cancellare subito e del tutto la legge obiettivo. Più sobriamente il testo approvato dal Senato smonta i pilastri fondamentali della legge obiettivo come la direzione lavori affidata al general contractor. La Camera accentuerà comunque questa direzione.
Anche il «Def Infrastrutture», nato come relazione sullo stato di attuazione della legge obiettivo e poi evoluto nel senso di una maggiore attenzione alle piccole e medie opere, ha quindi perso peso rispetto al documento di programmazione generale che Delrio ha promesso di fare entro fine anno.
Resta, però, la lista delle 30 opere che Delrio approvò ad aprile (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 aprile) con l’indicazione di un fabbisogno finanziario di 3,5 miliardi. C’era molta Alta velocità e molte metropolitane. Sarà quello probabilmente il cuore del documento che Infrastrutture ed Economia comunque dovranno presentare insieme al Def. Resta da capire tre cose: se Delrio aggiornerà quell’elenco e fino a che punto (per esempio sarà interessante capire se confermerà Terzo valico e Milano-Venezia); se il ministero dell’Economia è disponibile a reperire i 3,5 miliardi che sostanzialmente erano la richiesta finanziaria legata alle priorità infrastrutturali; se Delrio chiederà altre risorse per piani come quelli dell’edilizia scolastica e del dissesto idrogeologico che hanno presentato molte difficoltà anche a spendere le risorse disponibii.
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