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Pensioni, Padoan: impegno per introdurre flessibilità nella…

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verso legge stabilità

Pensioni, Padoan: impegno per introdurre flessibilità nella manovra. Soluzione per gli esodati

«Il governo è impegnato ad analizzare la questione» della flessibilità in uscita «a partire dalla legge di stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, parlando, in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato di flessibilità in uscita nelle pensioni, e spiegando che qualsiasi intervento avrebbe un impatto sull'indebitamento. «Ogni cambiamento del sistema pensionistico - ha spiegato infatti Padoan - va attentamente valutato», a partire dall'impatto sui conti. Non solo. In audizione il ministro Poletti ha confermato «la volontà di intervenire sulla materia delle salvaguardie» degli esodati «all'interno della legge di stabilità per una definitiva risoluzione delle problematiche sociali più rilevanti ancora aperte».

Nei giorni scorsi si era parlato di un braccio di ferro tra Mef e Ministero del lavoro sul tema esodati, con lo stop arrivato dall'Economia alla settima salvaguardia per gli esodati: in sostanza le risorse non utilizzate, avrebbe sostenuto il Mef, sarebbero dovute tornare nelle casse dello Stato e non potranno essere più usate per questo scopo. La posizione del Mef, secondo quanto riferito dal presidente dem della commissione Cesare Damiano, sarebbe stata diversa da quanto espresso dal ministero del Lavoro.

Padoan: flessibilità utile, ma servono coperture
Per Padoan il ricorso alla flessibilità in uscita (sul quale spinge il premier Matteo Renzi, ndr) «potrebbe essere utile» ma sempre nel rispetto del quadro di finanza pubblica. Per Padoan «l'introduzione di forme di flessibilità potrebbe essere utile al fine di venire incontro a richieste di specifici gruppi di cittadini vicini all'età di pensionamento». Ma nello stesso tempo il ministro segnala l'aumento dell'aspettativa di vita ed è «quindi da considerare inevitabile un progressivo aumento dell'età di pensionamento», insieme alla necessità di un assetto del sistema pensionistico che «contribuisca al rientro nel processo di debito/Pil». Di qui il postulato che «ogni eventuale intervento di anticipo del pensionamento rispetto alla legislazione vigente determina un aumento di spesa e dell'indebitamento netto che necessita di copertura finanziaria e il meccanismo attuariale potrebbe non essere sufficiente ad assicurare gli obiettivi».

Poletti: intervento definitivo in legge di stabilità
Sul tema esodati Poletti ha confermato «la volontà di intervenire sulla materia delle salvaguardie, all'interno della legge di stabilità per una definitiva risoluzione delle problematiche sociali più rilevanti ancora aperte». Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato.
Anche Padoan ha assicurato che «il Governo si impegna ad accertare le risorse per un nuovo definitivo intervento di salvaguardia» degli esodati rimasti fuori dagli interventi precedenti «e a cercare soluzioni per il recupero delle economie degli esercizi pregressi e il relativo utilizzo per gli esercizi successivi previa compensazione sui saldi di finanza pubblica nel rispetto degli obiettivi programmati». Questi interventi saranno effettuati nella legge di stabilità», ha confermato il ministro, «con la speranza che questo sgomberi il campo da tutte le illazioni».

121.500 domande da esodati, 83.400 pensioni liquidate
Sempre sul tema esodati, Padoan ha precisato che al 10 settembre ci sono state «121.500 tra certificazioni accolte (116mila) e giacenze» e «83.400 le pensioni liquidate». È questo stato dei sei provvedimenti di salvaguardia degli esodati varati dal 2012, che riguardano una platea di 170.230 persone e per il quale sono stati «stanziati circa 11,7 miliardi». Il ministro ha parlato di «numero parziale in continua crescita perché perché possono decorrere negli anni successivi».

Padoan: opzione donna è onere, servono coperture
Prolungare, invece i benefici della “opzione donna” che scadono il 31 dicembre necessita per Padoan di una modifica della normativa vigente «dalla quale conseguirebbero maggiori oneri per i quali servirebbero contestuali mezzi di copertura».


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