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Dossier Un decimo compleanno in tono minore per la Festa del cinema di Roma

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Dossier | N. 36 articoliFesta del Cinema di Roma

Un decimo compleanno in tono minore per la Festa del cinema di Roma

Un decimo compleanno in tono minore. È quello che si appresta a compiere la Festa del cinema di Roma in programma all’Auditorium Parco della Musica - ma con puntate in altri luoghi della città eterna - dal 16 al 24 ottobre. Una conferma giunge dal programma che è stato presentato oggi e che rischia di passare alla cronaca più per la “fuga” del sindaco Ignazio Marino dalle domande dei cronisti che per le opere attese sullo schermo: 37 tra film, documentari e serie tv. Riuniti in un’unica sezione, a cui si aggiungerà come da tradizione Alice nella città. Budget ridotto all’osso: si parla di 4 milioni. Ad attribuire l’unico premio previsto (Il “Premio del publbico Bnl”) saranno gli spettatori.

I numeri
Trentasette opere anziché 51. Nove giorni di programmazione anziché dieci. Una sala in meno (la Santa Cecilia).  Se non è un ridimensionamento poco ci manca. Complice un budget ridotto all’osso (si parla di 4 milioni di euro complessivi) la decima edizione della Festa del cinema di Roma rischia di passare alla storia come la più “minimal” in assoluto. Con una formula che il neodirettore artistico Antonio Monda - che ha preso il posto di Marco Muller - riassume così: «Cancellare il concorso, giurie, cerimonia apertura e chiusura, annullare i premi, tranne quello del pubblico». L’unico riconoscimento, infatti, sarà il “Premio del pubblico Bnl” che sarà deciso dal voto degli spettatori e consegnato dal presidente Luigi Abete. Bnl che nell’occasione festeggerà i suoi 10 anni di partnership con la manifestazione capitolina e gli 80 di attività a sostegno del cinema.
La scommessa degli organizzatori è quella di puntare tutto sulla qualità delle opere. Ritornando allo spirito originario della «festa» e abbandonando le velleità da «festival». Vedremo. Per ora ciò che colpisce è la presentazione in un unico contenitore di 37 tra film, documentari e serie di tv, provenienti da 24 paesi. A cui si aggiungeranno tre retrospettive - Antonio Pietrangeli, Pablo Larraín e la Pixar - e dieci incontri con gli autori.

I film
Scorrendo l’elenco delle opere in programma si trova un po’ di tutto: musical, thriller, commedie, documentari, cartoni animati. In nome di quella pari dignità per tutti i generi che è una delle parole d’ordine pronunciate da Monda. Si va dall’anteprima di The Walk in 3D di Robert Zemeckis sul funambolo francese Philippe Petit che stupì il mondo camminando su una fune d’acciaio tesa tra le due torri del World Trade Center a Truth di James Vanderbilt sui favoritismi del giovane George W. Bush per sfuggire alla guerra in Vietnam; dalla seconda stagione di Fargo all’opera collettiva israelo-palestinese Sport sulla difficile realtà del Medioriente; dall’Argentina in lutto per la morte di Evita Peron di Eva no duerme di Pablo Aguero a The end of the tour di James Ponsoldt sulla celebre intervista concessa da David Foster Wallace al magazine Rolling Stones nel 1996. Senza dimenticare i documentari, come Junun di Paul Thomas Anderson (Magnolia, Il petroliere, The Master) o Registro di classe di Gianni Amelio sull’istruzione in Italia dal 1900 al 1960. Amelio che guida una pattuglia di autori italiani abbastanza snella, di cui fanno parte anche Gianni Cupellini (Alaska con Elio Germano), Sergio Rubini (Dobbiamo parlare), Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e Paolo Sorrentino che presenterà una versione inedita (e allungata di 40 minuti) della Grande Bellezza.

Gli incontri ravvicinati
Sullo spirito della manifestazione Monda non ha dubbi: «Ha prevalso la scelta di film che davano davvero delle emozioni» mentre la presidente Piera Detassis parla di «una tessitura e apertura oltre gli eventi che sia una piattaforma di lancio che non si esaurisca nei soli nove giorni della festa». Per diretta ammissione degli stessi organizzatori il pezzo forte della kermesse rischia di essere rappresentato dai dieci “Incontri ravvicinati” previsti. Bastano i nomi in cartellone: Jude Law; la coppia Wes Anderson e la scrittrice Donna Tartt, William Friedkin e Dario Argento; Joel Coen e Frances McDormand; Paolo Sorrentino; Todd Haynes; Carlo Verdone e Paola Cortellesi; Renzo Piano e, infine, Riccardo Muti e Paolo Villaggio.

Il fuori programma con Marino
Per il sindaco Ignazio Marino, presente all’Auditorium, la decima edizione della Festa del cinema porta con sé «un pensiero di un cinema popolare, rivolto allo spettatore, a quelle emozioni che possiamo provare all’interno di una sala buia, ascoltando delle musiche, dei dialoghi, vedendo delle immagini». Il primo cittadino capitolino è stato protagonista anche di uno spiacevole fuori programma. All’uscita della sala Petrassi Marino si è fermato per qualche minuto a parlare con la stampa. Salvo allontanarsi appena le domande si sono indirizzate sulla recente polemica con Papa Francesco, che ha dichiarato di non averlo invitato a Philadelphia. Protetto dagli uomini della scorta e inseguito da decine di cronisti il sindaco non ha risposto ad alcuna domanda e si è infilato repentinamente nell’auto che lo attendeva all'uscita dell’Auditorium. Nella concitazione che ne è seguita un fotografo è rimasto lievemente contuso.

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