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Dossier | N. 6 articoliTelefisco 2016

Telefisco, Orlandi: recupero record per evasione. Casero: precompilata anche per Iva

«Il governo manterrà nel 2017 l'impegno di ridurre l'Ires di tre punti e mezzo e nel 2018 di tagliare l'Irpef». Lo conferma il viceministro dell'Economia, Luigi Casero,intervistato a Telefisco del Sole 24 Ore. «Sì - ha detto Casero - sono impegni che questo governo e il presidente consiglio si è preso e verranno mantenuti. L'obiettivo è intervenire sull'Ires quest'anno e portarla tra le Ires più basse dei principali paesi europei» anche come elemento «attrattivo» per gli investimenti. E «nel 2018 intervenire sull'Irpef per abbassare la tassazione sulle persone fisiche. Tutto questo - ha precisato - mantenendo gli equilibri di bilancio e gli impegni presi in Europa».

Casero: Anche sull’Iva maturi i tempi per una dichierazione precompilata
La delega fiscale prevedeva un decreto attuativo sulla fatturazione elettronica. Ci si arriverà». Così ancora ha spiegato il viceministro all'economia Casero a Telefisco sulla possibilità che anche sull’Iva i tempi siano maturi per una dichiarazione precompilata. «La fatturazione in via telematica opzionale è propedeutica a tutta una serie di interventi che porteranno ad avere vantaggi immediati ai contribuenti con l’eliminazione della carta o di adempimenti complessi come la cancellazione dello spesometro. In futuro, la possibilità che l’agenzia possa fornire i dati delle fatture emesse e che le fatture ricevute possano finire tutte in un server nazionale, consentirà all’Agenzia in via preventiva di comunicare al contribuente quali sono le informazioni in suo possesso, fino a predisporre una dichiarazione Iva precompilata, così da poterlo avvisare su quali sono i suoi adempimenti fiscali», ha concluso Casero.

Orlandi: nel 2015 recupero evasione superiore ai 14,2 miliardi del 2014
Il recupero dell'evasione fiscale per quanto riguarda l'anno 2015 e' stato “superiore” all'anno precedente quando il dato aveva raggiunto i 14,2 miliardi. Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel suo intervento a Telefisco 2016 organizzato dal Sole 24 Ore. «Posso confermare che in un anno molto difficile per problemi organizzativi nostri abbiamo proseguito con forza e determinazione nel recupero dell'evasione pregressa», ha sottolineato la Orlandi pur precisando, a margine dell'evento, che sui dati di dettaglio relativi al 2015 si sta ancora lavorando. Il recupero dell'evasione «in termini di cassa contribuisce in maniera importante ai conti dello Stato - ha concluso il direttore dell'Agenzia delle Entrate - ma è solo una parte della nostra attività».

Google: Orlandi, notifica in corso
«La Guardia di Finanza sta notificando in queste ore un verbale» a Google. «Non posso fare dichiarazioni su operazioni in corso». Così la direttrice dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in merito alla verifica fiscale delle Fiamme Gialle sulla presunta evasione fiscale del colosso di internet in merito alle sue attività in Italia. «Non abbiamo incontrato la società», ha detto la Orlandi intervenendo a Telefisco 2016, il forum annuale per i professionisti organizzato dal Sole 24 Ore. Google non avrebbe pagato al fisco italiano circa 230 milioni di euro di imposte tra il 2009 e il 2013 per una base imponibile di 300 milioni. In particolare, si tratta di un procedimento amministrativo a carico di Google Ireland Ltd alla quale le Fiamme Gialle contestano di aver avuto «una stabile organizzazione occulta in Italia» proprio negli anni dal 2009 al 2013, oggetto della verifica. Al gigante californiano, infatti, viene contestato di aver aggirato il Fisco in relazione ad introiti pubblicitari pagati da clienti italiani ma poi contabilizzati in una società irlandese, Google Ireland Ltd, con tasse pagate in Irlanda. La Gdf ha rilevato due profili di presunta omessa dichiarazione: una presunta evasione su una «base imponibile netta per 100 milioni di euro» e un'altra su «ritenute d'acconto relative a royalties non operate e non versate per 200 milioni di euro».

Anche per Google quindi potrebbe profilarsi una situazione simile a quella di Apple, la cui filiale italiana lo scorso 30 dicembre ha accettato di pagare una multa di 318 milioni di euro come saldo di tutte le pendenze con il Fisco italiano, dopo l'inchiesta che era stata condotta per frode fiscale.

«Non c'è stato alcun accordo. La parola sconti non la accetto. Apple ha aderito a un verbale», ha detto la Orlandi. «Abbiamo lavorato molto - ha detto la Orlandi - l'Italia per prima ha concluso un'operazione che i governi e i giornali di tutto il mondo ci riconoscono. È stato un lavoro di squadra complesso che si è manifestato come per tutti i casi nell'ambito del contraddittorio». La Orlandi ha poi sottolineato l'importanza dell'azione di «contrasto a comportamenti evasivi di grandi dimensioni» come nel caso di Apple, che ha portato il fisco italiano a controllare l'anno scorso il 40% delle società di grandi dimensioni le quali «stanno maturando che c'è un danno reputazionale nel non essere compliant con il fisco».

Apple Italia è stata accusata dai servizi anti-frode di non aver pagato l'Ires per il periodo compreso tra il 2008 e il 2013. La casa della Mela e molte altre multinazionali americane, come Amazon o Facebook, sono regolarmente accusate di evadere le imposte sia negli Usa che in Europa. Il patron di Apple Tim Cook aveva definito «stupidaggini politiche» le accuse secondo cui il gruppo da lui guidato evade le tasse negli Stati Uniti, chiamando in causa una legislazione fiscale ormai superata nell'era di Internet. L'accordo tra l'Agenzia delle Entrate e Apple Italia, che ha risolto il contenzioso tributario versando 318 milioni di euro all'Erario, prevede anche una procedura di «ruling internazionale» per determinare la percentuale delle imposte da pagare in Italia e in Irlanda. La procedura di ruling ha l'obiettivo di «armonizzare la posizione di società che operano in più Stati».

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