Italia

Ultimatum Ue sui ricollocamenti

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Ultimatum Ue sui ricollocamenti

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Dinanzi alle evidenti difficoltà nel gestire l’emergenza dei rifugiati in provenienza dal Vicino Oriente, la Commissione europea ha criticato i paesi che non stanno ricollocando come previsto i profughi arrivati in Grecia e in Italia, minacciando nei fatti di aprire nei loro confronti una procedura di infrazione. L’avvertimento è giunto mentre sullo Spazio Schengen pesano i rischi di una reintroduzione quasi-permanente dei controlli alle frontiere pur di arginare l'arrivo di migranti.

«Ho scritto oggi a tutti i ministri degli Interni per ricordare loro che sono legati alla decisione di redistribuire in tutta l’Unione i rifugiati arrivati in Italia e in Grecia – ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il commissario all'Immigrazione Dimitri Avramopoulos -. Dobbiamo cambiare marcia sul fronte del ricollocamento. È giunto il momento di realizzare ciò che è stato deciso. Solidarietà e responsabilità sono due impegni chiaramente contenuti nei Trattati».

Nel 2015, i Ventotto decisero di ricollocare su un periodo di due anni 160mila persone su tutto il territorio europeo, in modo da alleviare la pressione principalmente sui due paesi di arrivo dei migranti, l'Italia e la Grecia. Finora, secondo le statistiche pubblicate dall'esecutivo comunitario, sono stati ricollocati appena 497 profughi. Le operazioni vanno a rilento, in parte perché la decisione è stata presa a maggioranza qualificata contro la volontà di alcuni paesi.

La Commissione, guardiana dei Trattati, può aprire una procedura di infrazione su questo fronte perché la decisione del 2015 è ormai un testo legislativo europeo. Ciò detto, per l'Austria, Bruxelles ha proposto di sospendere il processo di redistribuzione di un terzo dei profughi per un anno a causa delle difficoltà del paese a far fronte agli arrivi. La strategia comunitaria stenta a prendere quota, e non solo perché le operazioni di ricollocamento dei rifugiati non sono messe in pratica.

Sul fronte italiano, Avramopoulos ha fatto notare miglioramenti, ma anche qualche pecca. Sul primo versante, ha spiegato che la quota dei migranti a cui vengono raccolte le impronte digitali è salita dal 36% del settembre 2015 all'87% nel gennaio scorso. Tra gli aspetti negativi, dei sei centri di accoglienza previsti, due sono operativi. Roma poi ha organizzato 14mila rimpatri sulle 160mila persone arrivate nel paese nel 2015, mentre i centri di accoglienza di coloro che devono essere rimpatriati sono troppo piccoli.

L’Italia è uno di quei paesi oggetto di procedura di infrazione per la mancata applicazione delle regole europee per quanto riguarda la raccolta delle impronte digitali delle persone sbarcate in Europa. «Quando vi sarà una nuova analisi della situazione – ha spiegato il commissario europeo, piuttosto rassicurante nei toni sul futuro dell’iter – sono certo che non vi saranno nuvole all’orizzonte. Fin tanto che l'Italia fa i suoi compiti non c’è motivo di preoccupazione».

I Ventotto vogliono frenare l’arrivo di migranti per evitare l'introduzione quasi permanente dei controlli nello Spazio Schengen, con costi stimati a 5-18 miliardi di euro. Intanto, nel contesto dei rapporti tra Roma e Bruxelles, il premier Matteo Renzi ha continuato la sua battaglia verbale: «L’Unione – ha detto ieri a Bloomberg – è come l’orchestra che suona sul Titanic. Oggi abbiamo fatto delle riforme e siamo nella posizione di dire ai nostri partner: “Amici, noi possiamo cambiare questo sbagliato approccio burocratico”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA