Idee e produzioni italiane, investimenti americani. Un connubio che non capita spesso, diciamocelo. Ma negli ultimi mesi qualche buon esempio di collaborazione fra le nostre aziende e le big della Silicon Valley ha dato iniezioni di fiducia. Da una parte c'è l'impegno dei big del mondo hi-tech a dare una mano al “Made in Italy”, (e in questo contesto vanno inseriti gli accordi fra Amazon e gli imprenditori italiani, per esempio), dall'altra ci sono le eccellenze che, seppur distanti geograficamente dal sogno americano, fanno gola ai colossi che decidono di investire cifre importanti in alcune idee.
L'ultimo esempio arriva da Elica, storico marchio italiano che produce cappe da cucina. Qualche settimana fa, l'azienda marchigiana con sede a Fabriano (Ancona) ha lanciato il suo primo prodotto strettamente legato a tecnologie dell'Internet of Things. Si chiama Snap ed è una cappa innovativa che grazie alla presenza di tre sensori e di un sofisticato algoritmo, riesce a monitorare e - se necessario - a migliorare automaticamente la qualità dell'aria, riducendo in 30 minuti la presenza di agenti inquinanti, odori, ed eccessi di vapori negli ambienti chiusi. Il dispositivo creato da Elica, in sostanza, attiva automaticamente il riciclo dell'aria evitando di dover aprire le finestre di casa. Un'idea che è stata sposata immediatamente da due big come Vodafone e Ibm, partner di Elica nel progetto Snap. Vodafone, oltre ad aver contribuito alla realizzazione della App dedicata (scaricabile dagli store di Apple e Google), fornisce la connettività M2M, una delle soluzioni di connettività disponibili su Snap, tramite la quale l'utente riesce a essere costantemente informato sulla qualità dell'aria e può attivare la funzione desiderata, anche connettendosi da remoto. Ibm, invece, è proprietaria della cloud dove vengono immagazzinati tutti i dati raccolti. Tutto è partito da un recente studio condotto dall'EPA (United States Environmental Protection Agency) secondo il quale l'aria che respiriamo in ambienti chiusi non adeguatamente ventilati, può essere fino a 5 volte più inquinata di quella esterna. «Snap per noi non è un punto di arrivo ma di partenza. – ha detto il presidente di Elica, Francesco Casoli - Le nuove tecnologie e la digitalizzazione sono parte della nostra vita, come delle nostre abitazioni. Vogliamo quindi con questo progetto aprirci all'era dell'Internet of Things portando il nostro know-how nel trattamento dell'aria a beneficio di tutta la casa».
Di tutt'altra specie, invece, la partnership fra l'italiana Damiani e Microsoft. Anche questa storia è molto recente, e riguarda la produzione di alcune cover per smartphone molto preziose. L'azienda italiana, in sostanza, produce per Microsoft le cover del Lumia 950, impreziosendole con oro e diamanti. Del resto, la moda dell'extralusso per lo smartphone è iniziata da qualche anno, e oggi è possibile trovare iPhone placcati in oro. «Siamo felici di offrire ai nostri clienti un telefonino che ha la possibilità di trasformarsi in un gioiello» ha detto Giorgio Damiani, vice presidente del Gruppo Damiani, durante la presentazione milanese della partnership con Microsoft. «Oggi le persone cercano prodotti sofisticati ed esclusivi ed è quello che vogliamo offrire, perché nessuno più di Damiani mette l'innovazione nell'arte, cosi come Microsoft mette arte nell'innovazione» ha invece detto Carlo Purassanta, Ceo di Microsoft Italia.
Va detto, però, che fra i pionieri di questi “matrimoni” italo-americani c'è senz'altro Luxottica. L'azienda di Agordo da anni collabora con big del calibro di Google (qualche mese fa è stata annunciata la partnership nella produzione dei Google Glass). E all'ultimo Ces di Las Vegas è stata presentata un'innovazione figlia del matrimonio proprio fra Luxottica e Intel. Si tratta di un paio di occhiali intelligenti dedicati agli sportivi, capaci di fare da coach virtuale ed essere comandati con la voce. Si chiamano Radar Pace e a Las Vegas, durante le demo, il campione mondiale di Ironman, Craig Alexander, ha chiesto «Qual è il mio programma di allenamento oggi?», «Qual è il mio passo medio?». I Radar Pace hanno risposto attraverso degli auricolari. I dettagli emersi su questi occhiali intelligenti sono ancora pochissimi. E' probabilmente che a bordo ci sia l'Intel Curie, il microcomputer di Intel dotato di processore, accelerometro e bluetooth. Non è certa neanche la presenza del gps.
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