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I pm sentiranno Guidi e Boschi

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I pm sentiranno Guidi e Boschi

  • –Ivan Cimmarusti

potenza

In relazione all’inchiesta-petrolio, l’ex ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, e il ministro per i Rapporti col parlamento, Maria Elena Boschi, saranno ascoltate dai magistrati in qualità di persone informate sui fatti anche per un secondo nuovo filone. Quello, cioè, sull’ammodernamento della flotta navale italiana. È il nodo del secondo maxi filone d’indagine della Procura di Potenza, che ritiene ci siano stati illeciti dietro le erogazioni relative ad alcuni investimenti del piano da 5,4 miliardi di euro disposte con la Legge Navale del 2014.

Secondo il procuratore aggiunto Francesco Basentini e il sostituto procuratore Laura Triassi, il capo di stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, avrebbe beneficiato del ruolo di Valter Pastena, ex direttore generale dell’Economia e delle finanze, per velocizzare le erogazioni di denaro di competenza del ministero dello Sviluppo economico. Il tutto, secondo la Procura, organizzato con la complicità di Gianluca Gemelli, imprenditore e compagno della Guidi, e Nicola Colicchi, consulente della camera di commercio di Roma. I nomi di tutti sono finiti nel registro degli indagati con l’accusa di associazione per delinquere, traffico illecito di influenze e concorso in abuso d’ufficio.

Nell’informativa di reato, redatta dalla squadra mobile di Potenza, al comando di Carlo Pagano, viene citato anche Paolo Quinto, membro dell’assemblea del Pd, capo segreteria di Anna Finocchiaro e candidato alla Camera nel 2014. Nei documenti investigativi, infatti, emergerebbe come sia Gemelli sia Quinto avessero interessi in comune. I due, ad esempio, sono intercettati dalla squadra mobile in merito a presunti interessi nel settore petrolifero. Un caso è riportato negli stessi atti depositati, quando Gemelli riferisce alla Guidi di aver avuto dei posti «in prima fila» all’iniziativa organizzata dalla Fondazione Italiani Europei grazie a Quinto, in quanto avrebbe voluto mostrare a Giuseppe Cobianchi, alto dirigente di Total, il suo «potere» politico.

Ma torniamo al secondo filone d’indagine della Procura di Potenza. Stando agli accertamenti finora svolti, Gemelli avrebbe utilizzato il nome della sua compagna, l’ex ministro Guidi, per accreditarsi con l’ammiraglio De Giorgi. Il ruolo di Pastena si inserisce in un secondo momento. Lui, ex importante burocrate dello Stato, materialmente avrebbe, di volta in volta, inviato delle note al ministero dello Sviluppo economico, all’epoca dei fatti guidato dalla Guidi, così da velocizzare le erogazioni di denaro nell’ambito el progetto di ammodernamento dell’intera flotta militare italiana. Un fiore all’occhiello per l’ammiraglio, prossimo alla pensione, il cui obiettivo sarebbe stato quello di lasciare l’incarico con un importante punto d’onore.

Secondo gli accertamenti, Pastena avrebbe ottenuto in cambio una consulenza con il ministero dello Sviluppo economico. Per Gemelli, invece, l’ipotesi è che abbia puntato ad ottenere commesse al porto di Augusta, dove tra l’altro hanno sede le sue società, la Its e la Ponterosso engineering. Per verificare questo particolare, agenti di polizia, incaricati dalla Procura potentina, hanno acquisito alcuni atti all’autorità portuale di Augusta. Nessun sequestro, ma solo l’acquisizione di documenti di concessione di aree portuali. C’è da dire che, allo stato, non risulta alcun rapporto imprenditoriale tra le società di Gemelli e l’Autorità.

L’ammiraglio De Giorgi, che ha ricevuto un avviso di proroga delle indagini preliminari, si è detto «sorpreso e amareggiato». «Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda – ha detto De Giorgi –. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune». Chiarimento, inoltre, è stato espresso anche dall’ex ministro Guidi sull’emendamento alla Legge di Stabilità 2015, che avrebbe avuto l’obiettivo di creare un vantaggio a Total che, a sua volta, avrebbe concesso sub appalti a Gemelli. In una lettera al Corriere della Sera l’ex ministro Guidi ha detto che «nessuno ha rivelato segreti di Stato. Qualcuno ha gridato allo scandalo, al ministro che favorisce il marito. Non è vero. Io rivendico l’importanza di quella norma per il Paese», riferendosi all’emendamento alla Legge di Stabilità 2015, con cui sostanzialmente era possibile costruire impianti industriali anche qualora ci fosse il veto delle regioni interessate. Aggiunge che «non era necessario un mio speciale interessamento per mandare avanti una norma così importante. E comunque, dopo che è stata approvata, non abbiamo attivato i poteri sostitutivi che la legge ci conferiva». Tuttavia, Guidi sottolinea anche come quella delle dimissioni sia stata «una scelta umana, che mi costa, ma che ritengo doverosa per i miei principi che hanno ispirato sempre la mia vita».

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