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Confindustria, Boccia eletto presidente con l’87% dei voti

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assemblea privata

Confindustria, Boccia eletto presidente con l’87% dei voti

Un saluto commosso che ha ricordato «gli anni bellissimi» alla guida dell’associazione, «i segnali positivi» e qualche «amarezza» per la mancata riforma dei contratti, le «ferite profonde lasciate dalla crisi» e la tenuta di un sistema che «con coraggio e determinazione» ha affrontato una fase «travagliata».L’industria italiana «è viva e vivace» ha sottolineato il presidente uscente Giorgio Squinzi nel suo intervento nel corso dall’assemblea privata di Confindustria che ha eletto Vincenzo Boccia presidente dell’associazione. Boccia è stato eletto con l'87% dei voti assembleare: guiderà Confindustria per i prossimi quattro anni. Ha ricevuto 914 sì, i voti contrari sono stati 132.

Un passaggio di testimone con tante sfide per il sistema confindustriale e per il sistema Paese. «La crisi economica ha colpito duramente - ha ricordato Squinzi - lasciando ferite profonde ancora non del tutto risanate. L’Europa ha mostrato tutta la fragilità del suo impianto politico. Abbiamo perso per strada imprese, lavoro, volumi produttivi, un capitale sociale difficile da ricostruire» ha sottolineato all'assemblea privata dell’Associazione . Domani in programma quella pubblica in cui il neo presidente illustrerà il «programma di attività» per il quadriennio 2016-2020. «Noi imprenditori - ha poi aggiunto Squinzi - siamo tosti, sono stati anni bellissimi, dobbiamo essere orgogliosi delle nostre imprese» ha rimarcato rilevando che «c'è qualche segnale positivo, ma la situazione generale resta comunque complessa».

L’industria italiana ha spiegato Squinzi « ha attraversato con coraggio e determinazione questa fase così travagliata ed oggi è viva à vivace» evidenziando i segnali positivi che arrivano da fronti come l’export e gli investimenti e ricordando le tappe e risultati dei suoi quattro anni al vertice di Confindustria, con una nota di «amarezza» per il mancato accordo con sindacati sulla riforma del sistema contrattuale. «Oggi vado a concludere una esperienza straordinaria, fatta di tanti momenti bellissimi in cui ho conosciuto un Italia fatta di imprese di cui dobbiamo essere orgogliosi». Squinzi ha poi voluto ripercorrere i risultati dei suoi quattro anni di mandato. Ha iniziato ricordando il progetto per l’Italia, «una vera e propria road map», poi quanto fatto sul fronte del presidio internazionale, il negoziato sul made in, la contraffazione, il digitale, la proprieta' intellettuale. Ancora i numeri della missione Paese: «42 missioni, 2.400 imprese, più di 12mila incontri business to business». Ha poi ricordato la battaglia sui debiti Pa: «il primo elemento di diritto e civiltà è uno Stato è che onori i suoi debiti».

Squinzi: grazie a Napolitano per impegno su debiti Pa
Su questo tema ha voluto ringraziare Giorgio Napolitano per il suo impegno: «Dal 2013 quasi 39 miliardi dello stock di 90 sono stati pagati alle imprese e i tempi si sono ridotti, non siamo ancora all'applicazione dei 60 giorni della direttiva europea, ma si sono ridotti».

Sul fronte del credito ha ricordato gli accordi di moratoria siglati «che valgono 25 miliardi e toccano quasi mezzo milione di imprese». Squinzi ha poi ripercorso tutti i risultati sul fronte delle misure fiscali, dal cuneo, alla detassazione, dall’Ires, all’Ace. Sul fronte del mercato del lavoro ha citato l’accordo interconfederale sulla rappresentanza, «erano 70 anni che si attendeva». Squinzi ha poi nuovamente espresso rammarico per la mancata riforma dei contratti: «Resta in me amarezza per non aver fatto un passo avanti che sarebbe stato altrettanto storico e era alla portata per costruire moderne relazioni industriali»

Boccia: equidistanti dai partiti
«Una ferma convinzione mi guiderà: Confindustria deve restare no-partisan, e non bipartisan. Deve essere equidistante dai partiti ma non dalla politica per partecipare in maniera responsabile alla definizione delle politiche di questo Paese». Vincenzo Boccia lo ha detto all’assemblea degli industriali riunita per eleggerlo nuovo presidente di Confindustria. «Di questa Confindustria - ha aggiunto - c'è bisogno per affrontare le grandi sfide che ci attendono, tocca a noi guidare il rinnovamento del Paese offrendo proposte a chi ci governa, investendo, innovando, rimettendo il sistema industriale al centro dello sviluppo dell’Italia».

“Confindustria è una componente essenziale di un Paese moderno, deve essere non consociativa, non conflittuale ma corresponsabile, deve saper dire no ai rapporti di scambio”

Vincenzo Boccia 

«Confindustria -ha sottolineato Boccia - è una componente essenziale di un Paese moderno, deve essere non consociativa, non conflittuale ma corresponsabile, deve saper dire no ai rapporti di scambio, opporsi ai veti, rispettare autonomia, competenze e responsabilità di tutte le parti in gioco. Dobbiamo essere protagonisti senza protagonismi». E avverte: «Chi pensa di poter fare da solo, di avere l'unica patente del cambiamento, commette un grave errore, diventa il peggior nemico di se stesso, si isola e non contribuisce al cambiamento».

Boccia: grazie al sistema associativo
«Voglio ringraziare», ha detto Boccia alla platea di industriali, prima del voto che chiuderà il lungo iter per l’elezione del nuovo leader degli industriali «tutto il sistema associativo per aver creduto in me, per avermi aiutato a crescere umanamente e professionalmente, e per avermi permesso di diventare quello che sono oggi». Oggi infatti ha rimarcato «inizia una fase importante in Confindustria, un nuovo quadriennio di presidenza che sarà improntato al confronto con tutti voi ed alla condivisione del metodo da seguire per portare avanti il nostro lavoro. Grazie per il supporto che mi darete nei prossimi quattro anni - ha aggiunto - e che mi consentirà di svolgere questo incarico di grandissima responsabilità in coerenza con le esigenze e le aspettative di tutte le nostre imprese».

Nessuno può rivendicare il monopolio del cambiamento
«Di questa Confindustria c’è bisogno per affrontare le grandi sfide che ci attendono. Tocca a noi guidare il rinnovamento del Paese, offrendo proposte a chi ci governa, investendo, innovando e rimettendo il sistema industriale al centro dello sviluppo del Paese», ha detto Vincenzo Boccia.

Nella casa di Confindustria ha rimarcato Boccia, «la nostra casa comune, siamo pari tra pari e a partire da me nessuno può rivendicare il monopolio del cambiamento perché il cambiamento si realizza e non si dichiara».
«Noi dobbiamo fare e poi parlare - ha proseguito parlando all’assemblea - dobbiamo essere ceto responsabile, coerenti, esemplari, sentirci parte di una società aperta che accoglie idee, proposte, progetti, persone. Chi pensa di fare da solo, di aver l'unica patente del cambiamento, commette un grave errore e diventa il peggior nemico di se stesso. Si isola e non contribuisce al cambiamento».

Grazie a Giorgio Squinzi
«Negli ultimi mesi - ha detto ancora Boccia - ho incontrato molti di voi, ho continuato a farlo anche in questi giorni. Ho ricevuto idee, proposte, sollecitazioni delle quali ho fatto tesoro e che mi hanno consentito di completare il programma presentato al Consiglio generale lo scorso marzo. Questo - ha poi sottolineato - nella ferma convinzione che lo straordinario valore dei contributi emersi non possa che arricchire la mia presidenza. Continuerò a farlo, sarò presente nei territori e nelle categorie, manterrò stretto il rapporto con il sistema». E rivolgendosi al presidente uscente ha aggiunto: «Grazie a Giorgio Squinzi per quello che ha fatto in questi quattro anni, per l'esempio che ci ha dato anche e soprattutto nei momenti difficili che ha attraversato».

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