Formalmente portano la firma dei «relatori». Ma i 12 emendamenti depositati ieri da Felice Casson e Giuseppe Cucca del Pd, non rispecchiano né la posizione della maggioranza e nemmeno quella dell’intero Pd. Sono, piuttosto, «un contributo alla discussione più ampia possibile, messi sul tavolo per un confronto con tutte le forze politiche» spiega Cucca riferendosi, in particolare, a quelli sulla prescrizione (decorrenza dall’acquisizione della notizia di reato, interruzione dopo la condanna primo grado) e sulle intercettazioni (utilizzazione del Trojan nelle inchieste sulla criminalità organizzata). E infatti, il Movimento 5 Stelle si dice subito disposto ad appoggiare la proposta sulla prescrizione perché «è un buon passo in avanti». «Ci auguriamo che questa sia la posizione ufficiale del Pd e che il partito di Renzi non si pieghi per l’ennesima volta agli interessi di Ncd e Verdini» osservano i pentastellati Enrico Cappelletti e Vittorio Ferraresi.
Sono 800 gli emendamenti presentati ieri al Ddl sul processo penale, che disciplina anche intercettazioni e prescrizione. Circa 300 sono di Fi, 60 del Pd, 50 di Ncd e il resto diviso tra Lega e M5S. Tra l’altro, se ne aggiungeranno altri visto che lunedì scade il termine per i subemendamenti alle 12 proposte di modifica dei relatori, di cui 4/5 riguardano i temi più spinosi della prescrizione e delle intercettazioni. Sui quali si registrano, invece, proposte diametralmente diverse di Ncd-Ap, soprattutto sulla prescrizione. Quanto al governo, per ora si è limitato a pochi emendamenti tecnici, escludendo quelli caldi della prescrizione e delle intercettazioni.
La decisione di far presentare subito alcuni emendamenti ai relatori è maturata via via che cresceva il numero delle proposte di modifiche presentate dai gruppi. Il quadro è sempre più variegato, sia tra maggioranza e opposizione sia all’interno della maggioranza. Dopo le elezioni, governo e maggioranza cercheranno di trovare un accordo.
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