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Al via il bando per recuperare le zone degradate

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Al via il bando per recuperare le zone degradate

  • –Massimo Frontera

Al via il bando che mette in palio 500 milioni per progetti di recupero sociale e urbano delle periferie degradate. A dare l’annuncio è stato Matteo Renzi ieri a Venezia nel giorno inaugurale della XV Biennale di architettura. «Investire sul rammendo delle nostre periferie come occasione di riqualificazione urbana e come opportunità per dare più sicurezza ai cittadini è una scelta politica, non solo culturale», ha scritto sul suo profilo facebook il premier annunciando la firma del «decreto che prevede il bando da 500 milioni di euro destinati alle periferie». «Non solo la mostra, dunque, ma impegni concreti e verificabili del Governo. Anche così – ha concluso - l’Italia riparte». Il premier ha usato la stessa espressione lanciata dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che per primo ha parlato della necessità di sanare il degrado urbano partendo dal «rammendo delle periferie».

La firma al Dpcm di approvazione del bando - relativo al «Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia» - era attesa da tempo. Il programma è una delle novità delle legge di Stabilità 2016 (commi 974-978). A metà dello scorso aprile, il testo è passato in conferenza unificata con alcune modifiche chieste proprio dagli enti locali. Non appena il bando sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale sarà possibile presentare richieste di finanziamento per iniziative di miglioramento del decoro, per progetti di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e di edifici esistenti; per progetti volti all’«accrescimento della sicurezza territoriale e della resilienza urbana».

Il bando ammette a contributo anche progetti per lo sviluppo della mobilità sostenibile, per l’adeguamento di infrastrutture destinate a servizi sociali e culturali, educativi e didattici. Finanziabili anche progetti e attività culturali promosse da privati. Nella formazione della graduatoria si darà la precedenza ai progetti di «tempestiva esecutività». Un altro titolo che consentirà di salire nella graduatoria è la disponibilità di ulteriori risorse, pubbliche e soprattutto private (con una quota di almeno il 25% di contributo privato sul costo totale del progetto). Sarà inoltre premiata l’«innovatività del progetto» sotto vari profili (organizzativo, gestionale, ecologico ambientale e architettonico). Il bando prevede un punteggio minimo (ancora da definire) per accedere alla graduatoria. I comuni dell’Anci hanno anche ottenuto di eliminare l’obbligo di disporre di un progetto avanzato: per partecipare basterà avere un semplice studio di fattibilità. Ciascun progetto potrà ottenere fino a 18mila euro. Il contributo pubblico può essere utilizzato per finanziare sia la progettazione sia le procedure di gara sia la realizzazione. Rispetto alla tabella di marcia iniziale il bando ha accumulato un certo ritardo. Nello schema approvato ad aprile (scaricabile dal sito del quotidiano digitale “Edilizia e Territorio”) si indicava infatti il termine del 31 maggio entro cui individuare i progetti.

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