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Studi di settore, molte le novità per la compilazione di Unico 2016

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Studi di settore, molte le novità per la compilazione di Unico 2016

  • –di Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi

Prime semplificazioni in arrivo per gli studi di settore applicabili al periodo d’imposta 2015. A confermarlo è la circolare n. 24/E/2016 di ieri con la quale l’Agenzia passa in rassegna le principali novità applicabili agli studi di settore che dovranno essere elaborati con il modello Unico 2016.

Le modifiche

Da quest’anno è infatti confermata l’eliminazione dell’obbligo di presentare i modelli Ine (Indicatori di normalità economica) e il modello di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore per i contribuenti che hanno cessato l’attività nel corso del periodo d’imposta o che si trovano in liquidazione ordinaria. Con riferimento all’anno d’imposta 2015, questi due adempimenti, infatti, risultano non più necessari poiché eventuali ricavi/compensi non dichiarati o rapporti di lavoro irregolare potranno essere efficacemente rilevati attraverso l’integrazione e l’analisi delle diverse banche dati a disposizione dell’Agenzia.

Più snella anche la compilazione di alcuni dati extracontabili del modello, fra cui si segnala la composizione del quadro A legato al personale impiegato nell’attività, dove sono state accorpate le informazioni richieste con riferimento alle diverse figure professionali dei dipendenti e degli altri addetti all’attività (righi A02 e seguenti del modello).

“Più snella anche la compilazione di alcuni dati extracontabili del modello, fra cui si segnala la composizione del quadro A legato al personale impiegato nell’attività”

 

Infine nel quadro F, con lo scopo di semplificarne la struttura, per gli studi evoluti nel periodo d’imposta 2015 analogamente a quanto avvenuto già lo scorso anno è stato accorpato il contenuto dei righi F14 e F15. Pertanto per gli studi evoluti nei periodi d’imposta 2014 e 2015 il modello dei dati contabili passerà direttamente dal rigo F14 al rigo F16; questo al fine di garantire una certa omogeneità nella numerazione del quadro F con gli anni precedenti. Per i modelli evoluti nel 2013 persiste, invece, ancora l’indicazione distinta (F14 ed F15).

Le semplificazioni attese

Si tratta delle prime, ma non sufficienti semplificazioni necessari alla manutenzione di uno strumento che fa, ancora oggi, della complessità il suo primo limite. In questo senso, si dovrebbe trattare, infatti, del primo approccio in vista delle più significative semplificazioni annunciate con i modelli in evoluzione dal prossimo anno, secondo le istruzioni contenute nell’Atto di indirizzo del ministro dell’Economia per gli anni 2016 -2018 per la semplificazione degli adempimenti contabili.

Le altre novità

Oggetto di approfondimento della circolare sono anche le novità che interessano specificatamente la modulistica contabile (quadri F e G) tra le quali maxiammortamenti e patent box, nonché le modalità di indicazione dei dati Iva ai fini del calcolo dell’aliquota media in caso di split payment.

In proposito, con riferimento a quest’ultima novità le istruzioni alla compilazione del quadro F chiariscono che nel rigo F33, campo 1, deve essere indicato «l’ammontare complessivo dell’Iva sulle operazioni imponibili comprensivo dell’Iva addebitata in fattura ai sensi dell’articolo 17-ter del Dpr n. 633/72».

Vengono poi illustrati gli interventi per la revisione congiunturale speciale (“crisi”) in relazione alla quale si analizzano le novità circa i correttivi introdotti per il periodo d’imposta 2015 per i quali, in un quadro applicativo sostanzialmente analogo allo scorso anno (pur se dalle prime simulazioni si evidenzia, in termini quantitativi, una drastica diminuzione dell’effetto dei correttivi di quest’anno rispetto agli anni precedenti), viene segnalata la specifica novità legata alla presenza di interventi sull’analisi di coerenza.

Le Entrate ricordano che per gli studi di settore relativi alle attività d’impresa, sono stati selezionati gli indicatori relativi ai margini, alla redditività e all’utilizzo degli impianti, mentre, per gli studi di settore relativi alle attività professionali, sono stati selezionati gli indicatori relativi ai margini e alla redditività. Laddove dovesse intervenire il correttivo Gerico visualizzerà esclusivamente i valori di soglia degli indicatori modificati per effetto della crisi. Viene, inoltre, ricordata la diversa modalità di calcolo del correttivo congiunturale individuale dei 12 studi di settore delle attività professionali che applicano funzioni di compenso basate sul numero degli incarichi. Per tali studi, infatti, sono stati analizzati i dati dei quadri T del periodo d’imposta 2014 al fine di individuare per ciascuno studio un coefficiente correttivo diversificato che tenga conto della specifica relazione tra la ritardata percezione dei compensi e la funzione di calcolo.

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