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Dossier Soisy ora vuole aprire alle imprese

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Soisy ora vuole aprire alle imprese

    • –di G.Rus.

    L’autorizzazione dalla Banca d’Italia per operare come istituto di pagamento è arrivata da poco. A dare sostanza all'avventura di Soisy erano arrivati in precedenza 1,3 milioni di euro raccolti tra i fondatori e altri investitori privati e un ulteriore milione di euro incassato grazie alla vincita del bando Smart&Start promosso da Invitalia (di fatto un finanziamento a 11 anni a tasso zero).

    La missione di questa startup, fondata dall'ex capo del risk management di Bnl, Pietro Cesati (che ricopre il ruolo di Ceo), e organizzata intorno a un team di sei persone, è per l’appunto quella di muoversi sul mercato finanziario nazionale come piattaforma dedicata al prestito tra privati.

    Per farsi spazio in un’arena, quella del peer-to-peer lending per l’appunto, che inizia via via ad affollarsi anche in Italia, il jolly messo in tavola da Soysi è la promessa rivolta ai propri clienti: poter prestare soldi ad altri clienti con un rendimento più elevato rispetto a quello offerto da altre forme di investimento.

    Si tratta cioè di un servizio che vuole essere “win-win”, attraverso il quale gli investitori ottengono un tasso di interesse superiore e i richiedenti del prestito una rata più bassa rispetto a quella richiesta da una banca tradizionale.

    Il ruolo della startup non è però quello di prestare denaro direttamente, bensì di mettere a disposizione una piattaforma in grado di assicurare il via libera ai prestiti (dopo aver incrociato le varie banche dati per valutare il merito di credito di chi chiede il finanziamento), in soli 7-8 minuti dall’inserimento della richiesta. Operando solo su Internet, sfruttando la firma digitale e con la peculiarità di proporre a corredo un sistema di garanzia dei crediti in caso di default. Ogni prestatore, infatti, può rinunciare a una quota del rendimento atteso (crescente in funzione del rischio del cliente) e versarlo in un apposito fondo. «I rendimenti attesi lordi - come ha spiegato Cesati - vanno dal 6 all’11% mentre per partecipare al fondo l’investitore deve rinunciare a una quota che va dal 2% al 7%». Il che significa un rendimento garantito del 4% nell’ambito della capienza del fondo.

    Raggiunti gli obiettivi di strutturarsi come istituto di pagamento certificato e di dotarsi di una tecnologia proprietaria, il prossimo step di Soysi, come confermato da Cesati, è ora quello di cogliere opportunità di sviluppo di nuovi prodotti verso nuovi interlocutori.

    E quindi aprire la piattaforma per erogare prestiti anche alle imprese e accogliere fra i prestatori anche alcuni investitori istituzionali.

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