Tecnologia

Dossier Per le notizie un futuro «social»

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 21 articoliImpresaSocial

    Per le notizie un futuro «social»

    Digitale, mobile, social. Chi volesse avere prova di quanto il mondo dell’editoria sia in evoluzione, non ha che da dare uno sguardo al Digital News Report 2016 del Reuters Institute.

    In questa pubblicazione annuale – fatta coinvolgendo 50mila persone di 26 differenti Paesi – emergono chiare tendenze di cui si parla da tempo: alcune date abbastanza per assodate, altre meno, ma tutte rappresentative del terreno di sfida sul quale l’editoria degli anni a venire dovrà confrontarsi.

    Lo studio contiene anche capitoli dedicati ai vari Paesi, fra cui l’Italia. Ma è analizzando i risultati a livello generale che emergono le indicazioni più significative, con social e mobile che sempre di più sembrano rivestire il ruolo di motori del cambiamento. Per quanto riguarda il primo punto, il 51% del campione di chiara di utilizzare i social come fonte di notizie. Per il 12% è la fonte principale. Uk (35%) e Germania (31%) si sono mossi di meno in questa direzione, ma compensati da Paesi come Grecia (74%), Turchia (73%) e Brasile (72%). Il risultato è, appunto, il 51% che usa i social come fonte per arrivare alle notizie.

    Ma è chiaro che questo è solo un aspetto di una realtà in cui la parte mancante è rappresentata dalla condivisione delle notizie. Certo è che Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat hanno fatto sentire tutto il proprio peso e la propria portata “disruptive”. Tra le piattaforme Facebook domina con il 44% complessivo di utenti che ne fanno uso per le news. Seguono Youtube (19%) e Twitter (10%).

    Secondo aspetto: il mobile. Nel report del Reuters Institute ci sono numeri, grafici e tabelle che mostrano con grande evidenza come gli smartphone stiano guadagnando spazio. Il 53% del campione usa i dispositivi di telefonia mobile per leggere le news. La Svezia in questa speciale classifica è in testa (69%), seguita da Corea del Sud (66%) e Norvegia (64%). L’Italia invece è poco sopra il 50 per cento.

    Ma qual è la prima fonte di informazione per i lettori-telespettatori-utenti web? La situazione è differenziata fra i vari Paesi. In Italia il primato della Tv sia come fonte di informazione (83%) sia quale primo contatto giornaliero con le news (43%) è incontrastato. E anche nel capitolo dedicato al Paese, l’Italia emerge proprio come una nazione dove la Tv ha un peso importante, con un livello di visione fra i più importanti.

    In questo quadro è però da notare come i social stiano crescendo come punto di approdo alle notizie e anche come sia migliorata la propensione al pagamento delle notizie online. In Italia il 16% (e sarebbe la quarta in graduatoria) ha dichiarato di aver pagato per contenuti news online nell’ultimo anno, ma solo il 4% ha abbonamenti digitali in essere. Sul tema della monetizzazione dei contenuti si oscilla dal 27% della Norvegia al 7% del Regno Unito.

    Altra notazione degna di nota è quella dei video. Nonostante tutto, a livello globale c’è ancora un 78% che dice di preferire le notizie testuali.

    Insomma, tutte tendenze di cui i publisher non potranno non tener conto in futuro. Come non potranno non tener conto di problemi crescenti, che in effetti sono controindicazioni del digitale. C’è un’ascesa dell’ad blocking. Si va dal 10% del Giappone al 38% della Polonia. L’Italia è al 20 per cento.

    © Riproduzione riservata