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Dossier Tanta adrenalina con la Quadrifoglio. Le diesel convincono per il carattere

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Dossier | N. 3 articoliAlfa Romeo Giulia, tutto quello che c’è da sapere sull’italiana che sfida le tedesche

Tanta adrenalina con la Quadrifoglio. Le diesel convincono per il carattere

Il momento della verità quello di mettersi alla guida della nuova Alfa Giulia è arrivato in un’uggiosa giornata di maggio. Più selettiva di così non poteva essere la prova della Giulia Quadrifoglio, la più “cattiva” delle nuova Alfa. Manettino in modalità Race un’altra esclusiva della Quadrifoglio, poi una curva dopo l’altra da rimanere senza fiato e col cuore in gola dall’emozione. Sì l’emozione non è mancata. Del resto la Quadrifoglio più che un Alfa sembra una Ferrari anche per quella “cavalleria” a dir poco mostruosa: 510 cv.

Esclusivo della Quadrifoglio, infatti, è il propulsore unico per tecnologia e performance, che diventa il nuovo punto di riferimento del Biscione. Ispirato da tecnologie e competenze tecniche di derivazione Ferrari, il motore BiTurbo benzina 6 cilindri è totalmente in alluminio, per ridurre i pesi assoluti della vettura, in particolare quello sull’asse anteriore ed come detto eroga 510 cv di potenza e una coppia di oltre 600 Nm, regalando così prestazioni entusiasmanti: velocità massima di 307 kmh, accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 3,9 secondi.

Fra l’altro, nonostante i valori di potenza e coppia siano davvero sensazionali, il 2.900 BiTurbo benzina è un “best in class” per le emissioni, solo 198 g/km di CO2 con cambio manuale a 6 marce, ma è anche sorprendentemente efficiente nei consumi, grazie al sistema di disattivazione dei cilindri a controllo elettronico. Merito soprattutto dei sistema di disattivazione dei cilindri che “taglia” 3 dei 6 disponibili quando non servono. E lo sarà ancora di più quando, da giugno, sarà disponibile il cambio automatico a 8 marce che porterà in dote un “upgrade” ulteriore che garantirà una riduzione delle emissioni fino a 183 g/km.

Ma della Giulia abbiamo provato anche le versioni “normali” spinte, per ora, da nuovi motori diesel da 2.2 litri posti longitudinalmente con due livelli di potenza: 150 e 180 cv col cambio a 8 rapporti. Il primo contatto salendo a bordo è positivo. Anzi, sorprendente, perché lo stile della plancia e degli interni è piacevole, anche se esibisce qualche déjà vu con altri modelli concorrenti, mentre la qualità dei materiali, gli accoppiamenti e l’assemblaggio appaiono fin da principio molto curati, con un’attenzione al dettaglio mai vista finora sulle vetture del marchio italiano. Peccato per la scomoda leva con regolazione continua dell’inclinazione dello schienale che stona con il livello della vettura e non è in sintonia con la cura profusa in altri dettagli. Detto questo, e parlando di cose più importanti, la posizione di guida è semplicemente perfetta con il volante verticale e un’ergonomia ben studiata. Tutti i sistemi di bordo si comandano con tre manopole di cui una centrale, alla sinistra della quale c’è il selettore Dna, un classico di Alfa e che permette di regolare a piacere la risposta di motore, sterzo e gestire il dinamismo.

Il temperamento del 2.2 turbodiesel si fa apprezzare fin da subito. Non è il classico Euro 6 noioso e privo di brio, non ti fa dire “ma i cavalli dove sono?”. Il motore spinge forte in modo fluido e istantaneo con un piacevole sound allo scarico. E su un’Alfa Romeo questa è una cosa che conta. Da segnalare che il 2.2 diesel è il primo propulsore a gasolio della storia di Alfa Romeo costruito interamente in alluminio. Si tratta di quattro cilindri in linea ed è caratterizzato dal sistema d’iniezione di ultima generazione MultiJet II con Injection Rate Shaping (Irs) e pressioni d’esercizio di 2.000 bar. Il turbocompressore a geometria variabile ad attuazione elettrica minimizza i tempi di risposta assicurando, nello stesso tempo, vantaggi in termini d’efficienza. Comfort e assenza di vibrazioni sono inoltre garantiti dall’utilizzo del contralbero di equilibratura. La vettura ci è parsa piacevole con una tenuta di strada inappuntabile grazie anche a una gommatura differenziata tra anteriore e posteriore. I freni sono pronti e lo sterzo molto diretto ci è parso davvero molto riuscito. Con la Giulia è facile entrare in sintonia e se il piacere di guida è da vera italiana, confort e silenziosità sono vettura da tedesca di classe premium.

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