Londra è sempre stata definita la capitale europea delle startup. Un titolo che la City si è guadagnata sul campo, diventando calamita di capitali importanti. Ora, con Brexit, si è immediatamente aperta la corsa allo scettro londinese. Perché anche se da una parte il processo di Exit è ancora lungo e dalle dinamiche variabili, dall’altra c’è la necessità di delineare nuove ipotesi che non ostacolino i dettami europei. Attualmente sembrano tre le città maggiormente indiziate a sostituire Londra, e sono Parigi, Berlino e Amsterdam. Ma mentre Parigi e Berlino hanno già molta storia dalla loro parte e possono contare su realtà di successo (Blablacar è parigina, mentre Zalando è berlinese), il vero boom degli ultimi mesi porta dritti ad Amsterdam. I numeri dicono che negli ultimi sei mesi, nella sola capitale olandese, sono stati realizzati investimenti in ambito startup per una cifra complessiva di oltre 40 milioni di dollari (di questi, 10 solo nell'ultimo mese).
Proprio Amsterdam, qualche settimana fa, ha ottenuto un riconoscimento importante dalla Commissione europea, vincendo il titolo di “European Capital of Innovation 2016”. Un passaggio importante, anche perché in fase di valutazione vengono presi in esame quattro punti fondamentali: governo, economia, inclusione sociale e qualità della vita. Un altro dettaglio importante che gioca a favore di Amsterdam, riguarda il grado di digitalizzazione dell’imprenditoria. La capitale olandese è al secondo posto nell’European Digital City Index, guarda caso proprio dietro Londra.
Allo stato attuale Amsterdam sembra avere tutte le carte in regola per diventare il centro nevralgico delle startup in Europa. L'ente comunale ha avviato un programma chiamato “Startup in residence”, che di fatto è una collaborazione fra il Comune e le startup, con il primo che invita le startup locali e internazionali a proporre idee e soluzioni per il bene pubblico. Il sito iamamsterdam.com ha realizzato un censimento delle startup presenti in città e i numeri dicono che le società presenti sono 1143, mentre 136 sono gli enti investitori e 58 i servizi legati alle attività delle startup.
Infine, gli acceleratori. Il loro ruolo sarà determinante per capire chi, veramente, può prendere il posto di Londra. A Parigi ci sono Nextstarts, 33entrepreneurs e Le Camping Paris. Berlino può contare Black Forest Accelerator, Berlin Startup Academy, Axel Springer Plug & Play Accelerator, Startupbootcamp Berlin e ProSienbenSat.1 Accelerator. Amsterdam, invece, su Rockstart e Startupbootcamp. La partita si giocherà anche qui.
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