È un computer, una centrale elettrica o un depuratore? Tutti e tre. Watly depura l’acqua contaminata, dà energia e connettività. Alla base del progetto c’è la grande emergenza idrica: nel mondo un miliardo di persone non ha accesso all’acqua pulita e ogni giorno 5mila persone muoiono per questo. Marco Attisani, fondatore di Watly insieme a Matteo Squizzato e Stefano Buiani, si è messo in testa di contribuire a risolvere questa emergenza e ha costruito Watly, un computer termodinamico capace di funzionare in completa autonomia, anche in mezzo al deserto.
Watly può depurare fino a 500 litri di acqua al giorno, con un sistema di distillazione a compressione di vapore: il calore solare raccolto da tubi sottovuoto vaporizza e quindi purifica l’acqua contaminata da batteri, parassiti e funghi, ma anche da altre sostanze, come arsenico, piombo o cloro. I pannelli fotovoltaici, collocati nella parte centrale della macchina, generano elettricità off-grid per alimentare l’elettronica interna, ma anche per offrire connettività e ricaricare dispositivi esterni, come smartphone o computer portatili. Il primo prototipo di Watly 2.0, testato in un villaggio del Ghana, ha garantito il rifornimento di tre litri d’acqua al giorno pro capite e l’energia necessaria per il mantenimento quotidiano di mille apparecchi elettronici, assumendo in breve la funzione antica di un “pozzo” di paese, dove si attinge l’acqua e ci si ritrova per socializzare.
Figlio di un domatore di leoni del circo Orfei e di una veterinaria brasiliana, Attisani viene abbandonato da piccolo in un orfanotrofio, ma ha la fortuna di essere adottato da una coppia milanese. Dopo la laurea in economia e una carriera da manager in diverse multinazionali, comincia a fondare startup e si avvicina al mondo delle fonti rinnovabili. Nel progetto Watly, nato nel 2013, Attisani ha investito tutti i suoi guadagni di imprenditore seriale e in due anni ha realizzato un prototipo funzionante, che vince numerose competitioni: Startup Bootcamp, European Pioneers, il Gaetano Marzotto, Horizon 2020 e un finanziamento dall’Unione Europea di circa 2 milioni di euro, con il quale è stato costruito il modello pre-industriale Watly 2.0. Ora è in corso una campagna di crowdfunding su IndieGoGo, che punta a raccogliere 75mila euro, e Attisani è impegnato nella produzione di Watly 3.0 (40 metri di lunghezza per 15 tonnellate di peso), la versione industriale, in grado di servire 3mila persone per almeno 15 anni. L’obiettivo è presentarla a Barcellona in ottobre, mentre Discovery Channel sta lavorando a un documentario per raccontare il progetto.
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