ha sede legale in Svizzera e ha scelto Londra come trampolino di lancio ideale per trovare spazio nell’affollatissima arena degli smartphone ma le sue radici e il suo quartier generale operativo sono in Israele. Sirin Labs è una giovane startup che ha investito gli oltre 70 milioni di dollari di finanziamenti raccolti fino a oggi - fra i principali suoi inmestitori vi sono il fondo israeliano di venture capital Singulariteam (di cui managing partner e presidente è uno dei co-founder della società, Moshe Hogeg) e il social network cinese Renren - per sviluppare un telefonino molto particolare.
Solarin, questo il nome del prodotto, è infatti il frutto di tre anni di lavoro e si è presentato all’attenzione del pubblico con il vanto di sistemi di sicurezza crittografici hardware e software di livello militare. Uno smartphone, basato su sistema operativo Android e con una fotocamera da 23,8 megapixel, molto particolare anche nel prezzo - partiamo infatti da una base di circa 9.500 sterline - e che nasce come conseguenza di un episodio del tutto incidentale.
Era infatti il 2013 quando l’investitore Kenges Rakishev, uno dei supporter del fondo Singulariteam, si vede “hackerare” il proprio telefono. Da qui l’idea, condivisa con Hogeg e l’altro co-founder di Sirin Labs, Tall Cohen (che ricopre la carica di Ceo), di realizzare un apparecchio dalle super prestazioni, capace di garantire un elevato livello di privacy e cyber security a manager e businessmen e di lanciare la sfida in una nicchia di mercato, quella dei telefonini di lusso, che vale su scala mondiale circa 1,1 miliardi di dollari. Solarin non è certo l’unico apparecchio che scommette sul fattore “inviolabilità” – la concorrenza allinea il Blackphone di SilentCircle, il Tough Mobile della finlandese Bittium e il GranithePhone di Archos, apparecchi venduti sotto i mille dollari – ma punta sull’esclusività di fregiarsi di tecnologie di sicurezza all’avanguardia fra gli smartphone che costano dai 10mila dollari in su. Un universo molto ristretto e pregiato in cui gareggiano i modelli della britannica Vertu (ideati da un ex designer di Nokia) piuttosto che edizioni limitate di iPhone e di altri telefoni top di gamma. Proprio il Ceo di Vertu, Gordon Watson, ha salutato in modo positivo l’ingresso sul mercato di Sirin Labs, riconoscendo alla startup israeliana le peculiarità per resistere in un segmento che ha accolto in questi anni diverse nuove aziende incapaci di lasciare traccia.
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