È stato uno dei tre progetti vincitori della prima edizione di BioUpper, la piattaforma di training e accelerazione che sostiene le nuove idee d’impresa nel campo delle scienze della vita, promossa da Novartis Italia e Fondazione Cariplo, realizzata in collaborazione con PoliHub, l’incubatore della Fondazione Politecnico di Milano, e Humanitas, gruppo ospedaliero e avanzata struttura di ricerca. Il suo nome è EVARplanning, un innovativo sistema computerizzato, destinato agli specialisti vascolari, per la pianificazione dell’impianto endo-protesico dell’aorta in pazienti colpiti da aneurisma, ideato dal chirurgo vascolare Paolo Spada. «L’idea è nata tre anni fa, mentre la startup sta nascendo in questi giorni» spiega Spada che lavora all’Istituto Clinico Humanitas. L’aneurisma dell’aorta prima veniva operato con un intervento invasivo, oggi la nuova tecnica EVAR permette di impiantare una protesi dall’esterno attraverso l’arteria femorale. L’American College of Surgeons ha stimato che il 50% degli utenti operati ha una protesi non del tutto adatta alle arterie. EVARplanning ha quindi colmato una lacuna tecnologica. «L’applicazione è un configuratore automatico in cui vengono integrati tutti i pezzi e tutte le informazioni dell’endoprotesi che consente con pochi clic di verificare, prima dell’intervento, le varie possibilità per il paziente. Ho investito migliaia di ore nello sviluppo dell’algoritmo, che è il cuore dell’applicazione, un unicum sul mercato» prosegue Spada. Alla realizzazione del software vascolare hanno collaborato Cineca, il consorzio universitario di Bologna e il Politecnico di Milano nel laboratorio di meccanica delle strutture biologiche (LABS) del professor Migliavacca. «Abbiamo l’ambizione di diventare un punto di riferimento per i software medicali, anche fuori dall’ambito cardiovascolare, un paradigma di come si può realizzare un buon software partendo da un bisogno reale». EVARplanning conta oggi 1.100 iscritti e con il voucher Bioupper di 50.000 euro verrà completato un primo modulo per lo sviluppo del software 2.0. «Il bisogno finanziario per la start up innovativa si aggira intorno ai 700mila euro. Ci sono diversi partner che hanno mostrato interesse a cominciare dall’Istituto Humanitas ma io auspicherei una partecipazione varia, dai fondi di venture ai business angels» spiega Spada, aggiungendo: «Mi auguro di attirare l’attenzione di altri player nell’ambito della diagnostica e dell’industria dei prodotti medicali, alcuni hanno già manifestato il loro interessamento, però, al momento è prematuro definirne i percorsi».
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