Un nuovo approccio alla riabilitazione motoria basato sulle nuove scoperte scientifiche sui neuroni specchio, responsabili delle tecniche del cervello legate all’imitazione e all’empatia, e su un uso all’avanguardia della tecnologia videoludica wireless. È la missione sociale di Fight the Stroke (FTS), associazione di promozione sociale nata nel 2014 grazie all’iniziativa di Francesca Fedeli e del marito Roberto D'Angelo. L’obiettivo di FTS, la prima fellow Italia del sistema internazionale di imprenditori sociali Ashoka, è quello di aiutare i 2 milioni di bambini sopravvissuti all’ictus infantile e i 20 milioni di adulti colpiti dalla stessa malattia, i 7 milioni di individui affetti dal morbo di Parkinson, i 500 milioni di pazienti ortopedici, fino al miliardo di utenti interessati all’e-learning di abilità motorie nel mondo. «La combinazione della tecnologia videoludica con il potere della visualizzazione degli atti motori corretti ha il potenziale di trasformare la riabilitazione che si può fare anche a casa» spiega la Fedeli, professionista del marketing prima di diventare imprenditrice sociale.
Il passo successivo è stata la creazione della piattaforma di riabilitazione motoria Mirrorable, sviluppata grazie a Microsoft e basata sul sistema Kinect, una consolle giochi. «A oggi non esiste ancora una startup» continua Fedeli, «stiamo definendo un ramo più commerciale, una srl a vocazione sociale, che andrà sotto il nome di Mirrorable, il servizio che venderemo». Quest’anno sarà ultimato lo sviluppo tecnico e di design della piattaforma e i test pilota con le famiglie. In questa fase è stato importante il sostegno della Fondazione Vodafone Italia, «il primo grande partner che ha sostenuto finanziariamente Mirrorable, non solo in termini economici ma anche di supporto, a cominciare dalla trasmissione dati» sottolinea la Fedeli. «FTS è uno dei più importanti progetti del bando Digital 4 Social, attraverso il quale la Fondazione Vodafone ha erogato a 18 enti oltre 1,9 milioni di euro per sostenere la digitalizzazione nel terzo settore» conferma Fondazione Vodafone Italia. Verranno coinvolti altri capitali. «Ci siamo avvicinati al mondo dei capitali pazienti, un segmento abbastanza ristretto in Italia. Per questo stiamo valutando di rivolgerci anche all’estero, a cominciare dai paesi anglosassoni, visto che la piattaforma sarà multilingue: italiano, inglese e spagnolo» afferma la Fedeli, che non prevede una exit. «Il nostro obiettivo non è vendere la piattaforma al prezzo più alto ma favorire il recupero della migliore performance motoria dei pazienti» conclude la fondatrice di FTS.
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