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La proroga può aiutare i contribuenti e il Fisco

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La proroga può aiutare i contribuenti e il Fisco

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L’assegnazione dei beni ai soci o la trasformazione in società semplice hanno tempi troppo stetti affinché i contribuenti ne possano usufruite efficacemente. Il termine è fissato al 30 settembre, che si traduce di fatto in un mese lavorativo stante l’attuale periodo feriale: un periodo non sufficiente per stimare adeguatamente gli oneri fiscali, in particolare per le società di capitali.

La proroga al 30 novembre (di cui più volte si è parlato ma che non ha raggiunto il traguardo) sarebbe, dunque, opportuna. Una proroga che potrebbe non comportare oneri per l’Erario se venisse rispettato il comma 120, dell’articolo 1 della legge 208/2015 che fissa il termine per il versamento della prima rata, pari al 60% delle imposte sostitutive dovute, proprio al 30 novembre. In sostanza si tratterebbe di far coincidere il termine per la stipula degli atti notarili con la scadenza del versamento della prima rata. Anzi, la proroga aumenterebbe il gettito per l’Erario in quanto darebbe più tempo per usufruire delle opportunità che questa normativa offre.

È fuori di dubbio che l’occasione di estromettere immobili non strumentali per destinazione dalla sfera dell’impresa, come pure la trasformazione di società immobiliari in società semplici è molto interessante per una vasta categoria di contribuenti. Questo anche perché il precedente che offriva questa opportunità, in modo così ampio e non limitato alle sole società non operative, risale al 1999 con la legge 28/1999 che riprendeva le disposizioni della legge 449/1997.

È, dunque, necessario avere più tempo. E a supportare queta considerazione bastano alcuni esempi. Si pensi a una società che intende assegnare i fabbricati abitativi e strumentali per natura ai soci; ci vuole molta fortuna perché questi immobili abbiano un valore percentualmente corrispondente a quello delle quote sociali. L’assegnazione deve essere effettuata ai soci presenti al 30 settembre 2015 ma le quote possono essere diverse da tale data; quindi è possibile adeguarle prima dell’assegnazione in quanto questa procedura è sempre stata ammessa dall’agenzia delle Entrate, anche con la circolare n. 26 del 1° giugno 2016. Non è necessario che ai soci vengano trasferiti tutti gli immobili in comproprietà ma è possibile frazionare i beni assegnandoli distintamente ai singoli soci. E valutare gli immobili e procedere preventivamente al trasferimento delle quote all’interno della compagine sociale non si fa in un giorno.

Pensiamo, poi, alle società di capitali che a fronte dell’assegnazione debbano annullare riserve di rivalutazione oppure ridurre il capitale sociale. Nella fattispecie occorre rispettare i termini dell’articolo 2445, comma 3 del Codice civile e cioè assumere una delibera preventiva di assemblea straordinaria da parte della società (si veda Il Sole 24 Ore del 14 maggio) e solo dopo 90 giorni dalla data dell’iscrizione nel Registro delle imprese di questa delibera, è possibile l’operazione qualora i creditori non abbiano fatto opposizione. Può essere che qualche società abbia provveduto nei mesi scorsi ad adottare la delibera, ma tenuto conto della sospensione feriale dal 1° al 31 agosto, solo con la proroga al 30 novembre potrebbero fare l’operazione di assegnazione.

Anche per gli imprenditori individuali c’è qualche problema. Il termine per l’estromissione dell’immobile strumentale dalla sfera dell’impresa è scaduto il 31 maggio e la circolare dell’agenzia delle Entrate che ha fornito qualche delucidazione è stata emanata il giorno dopo la scadenza.

La proroga al 30 novembre consentirebbe, poi, anche alle Entrate di ritornare su alcune questioni interpretative non risolte. Ne ricordiamo solo una che probabilmente è la più importante: l’Agenzia dovrebbe tranquillizzare i contribuenti sull’interpretazione che si ritiene logica e cioè che con il versamento dell’imposta sostitutiva del 13% sulle riserve in sospensione di imposta non scatta l’ulteriore tassazione in capo ai soci a titolo di dividendi. Se non fosse così il costo fiscale sarebbe spropositato.

Insomma, per una volta la proroga farebbe bene sia ai contribuenti che al fisco.

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