Italia

Gelata sul Pil, Istat: crescita zero nel secondo trimestre.…

  • Abbonati
  • Accedi
stima preliminare ISTAT

Gelata sul Pil, Istat: crescita zero nel secondo trimestre. Mef: ripresa fragile, ma conti sotto controllo

Crescita dell’economia al di sotto delle aspettative nel secondo trimestre 2016. Il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato nel periodo aprile-giugno sul trimestre precedente (nel quale era aumentato dello 0,3% su base congiunturale) ed è aumentato dello 0,7% su base annua. Lo comunica l'Istat diffondendo la stima preliminare. Il secondo trimestre del 2016 - precisa l'Istat - ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una in più rispetto al secondo trimestre 2015. La variazione acquisita per il 2016 del Pil italiano (ossia la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti due trimestri dell’anno) è pari a +0,6%.

Tesoro: crescita più fragile, ma conti sotto controllo
Il dato sul Pil fermo «non costituisce una sorpresa» afferma il Tesoro in una nota spiegando che dipende da fenomeni come, tra l’altro, la minaccia del terrorismo, la crisi dei migranti e la Brexit. Elementi che «erano noti da tempo». Il Tesoro sottolinea anche che «diverse fonti di Governo, compreso il Mef, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il Def sarebbero state messe in discussione da questo nuovo scenario». E rassicura che «nonostante la crescita sia più fragile del previsto, i conti pubblici sono sotto controllo, come evidenziato dall'andamento del fabbisogno del settore statale».

Per quanto riguarda la riduzione del debito, segnalato oggi da Bankitalia in aumento, «la privatizzazione di Enav - continua la nota del Tesoro - ha ottenuto un buon risultato» e il piano di cessione di una ulteriore quota di azioni di Poste italiane «fornirà un contributo utile ad avvicinare gli obiettivi fissati ad aprile». Nella nota il Mef richiama inoltre l’intervista al Sole 24 Ore nella quale il ministro dell’Economia ha anticipato che la legge di bilancio per il 2017 dovrà concentrare le limiitate risorse disponibili «su poche misure a favore della crescita». E ribadisce la strategia del governo di insistere sul rilancio degli investimenti.

PRODOTTO INTERNO LORDO
Variazioni % sul trimestre precedente

Cala il valore aggiunto nell’industria
La variazione congiunturale del prodotto interno lordo, spiega l’Istituto nazionale di statisca nella nota diffusa oggi, è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente estera netta.

Il confronto internazionale
Nello stesso periodo del II trimestre, ricorda l'Istat, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti, mentre ha segnato una variazione nulla in Francia. Il risultato dell’Italia è tanto più deludente se si considera, in base ai dati Eurostat diffusi oggi, che la crescita media nell’Eurozona è stata dello 0,3% (+0,4% nella Ue a 28). Chi fa molto meglio dell'Italia è stata certamente la Germania. I dati diffusi oggi indicano che il Pil tedesco è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Il dato è migliore delle previsioni degli economisti che si attendevano una crescita dello 0,2%. Nel primo trimestre dell'anno il prodotto interno lordo della Germania era cresciuto dello 0,7%

Stime riviste al ribasso
La crescita del Pil italiano nel I trimestre era stata dello 0,3% rispetto all'ultimo trimestre del 2014. A fine maggio la variazione congiunturale del Pil prevista dall'Istat per il secondo trimestre era stimata al +0,2%, con una “forchetta” compresa tra 0 e +0,4%. La stima di oggi fotografa dunque la parte più bassa della forchetta. Già nella nota mensile diffusa a giugno l’istituto nazionale di statistica aveva parlato di crescita rallentata «nel breve termine» e di economia italiana che continua a crescere «con un ritmo moderato».

Pesa l’effetto Brexit. Tanto che sia Confindustria che Bankitalia nelle loro ultime stime hanno previsto una crescita del Pil 2016 di poco sotto l’1% (in zona 0,8%) quest’anno. Anche il Fmi ha rivisto al ribasso le stime della crescita italiana. A fine settembre il Governo presenterà nella nota di aggiornamento al Def il nuovo quadro macroeconomico, con le previsioni aggiornate sull’andamento dell’economia. Ma già oggi il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha ammesso che l’obiettivo di crescita fissato per il 2016 dal governo, cioè l'1,2%, «appare difficile da conseguire»

Opposizioni all’attacco: numeri testimoniano fallimento Renzi
L’opposizione intanto attacca. «Il Pil fermo al palo nel secondo trimestre e il debito pubblico che raggiunge il record negativo di 2248,8 miliardi sono due dati inequivocabili che testimoniano con la forza dei numeri il fallimento della politica economica del governo» afferma Paolo Romani, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato. «Italia, crescita ferma e debito pubblico record a 2.248 miliardi. Monti, Letta e Renzi, stesse promesse e stessi fallimenti. #renziacasa» dichiara su Facebook Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. A lui fa eco la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che scrive: «Il Pil rallenta ulteriormente e l’Italia ha il peggior andamento in Europa. Colpa dei gufi o dell’inettitudine di chi ci governa? Bordate anche dai Cinque stelle. «Si capisce perché Renzi preferisce parlare di riforme istituzionali, accentrando l’attenzione sul suo futuro politico. È una strategia disperata per nascondere i suoi tragici fallimenti economici» dicono i capigruppo M5S di Camera e Senato, Laura Castelli e Stefano Lucidi.

© Riproduzione riservata