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Berlusconi impone la tregua dentro Forza Italia

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Berlusconi impone la tregua dentro Forza Italia

  • –Barbara Fiammeri

roma

Silvio Berlusconi impone la tregua dentro Fi. Stefano Parisi non si tocca ma nessuno sarà rottamato, garantisce l’ex premier a una settimana dall’appuntamento con la convention dell’ex ad di Fastweb che si terrà a Milano. «Siamo di fronte a sfide nuove e difficili», avverte il Cavaliere nel messaggio di saluto inviato alla convention azzurra in svolgimento a Fiuggi organizzata da Antonio Tajani, e dove è intervenuto lo stesso Parisi oltre ad altri big forzisti e, aggiunge, «per vincerle dobbiamo rinnovarci senza perdere né le persone, né i programmi, né i valori che hanno fatto la nostra storia».

Il caso Roma che ha travolto il M5s e l’imminenza del referendum impongono di serrare i ranghi. Renzi, per il leader di Fi, attraverso la riforma costituzionale e l’Italicum vuole diventare «il padrone dell’Italia» mentre i pentastellati hanno dimostrato che «non sono in grado di governare una realtà complessa come grande città» e tantomeno «un’intera nazione». È la conferma che l’unica alternativa alla sinistra è una destra moderata, che potrebbe avvantaggiarsi proprio della perdita di consensi dei 5Stelle certificata in questi giorni dai sondaggi. Per questo Berlusconi non risparmi fendenti neppure agli alleati. Il «populismo di estrema destra», pur interpretando le giuste emozioni dell’opinione pubblica, «dà spazio a frange inaccettabili di estremismo e comunque non è in grado di esprimere un’alternativa di governo». Anzi, paradossalmente, «finisce per favorire partiti e governo di sinistra».

Parole che hanno ovviamente come destinatario Matteo Salvini e che sono anche un monito a chi dentro Fi, a partire da Giovanni Toti, presente ieri a Fiuggi, continua a ripetere che il punto di partenza deve essere proprio l’alleanza con la Lega e FdI. Poco dopo arriva la reazione del capogruppo del Carroccio al Senato Gianmarco Centinaio: «Berlusconi farebbe bene a guardare in casa sua. Se c’è qualcuno che ha aiutato Renzi e Alfano a stare attaccati alle poltrone è proprio Forza Italia». La linea del Cavaliere viene rilanciata da Parisi. L’ex ad di Fastweb usa toni morbidi nei confronti dei forzisti, a partire proprio da Toti sottolinenado che la stretta di mano avvenuta poco prima non è una notizia perché «siamo amici da parecchio tempo», così come tutti i forzisti saranno, se lo vogliono, i benvenuti alla convention milanese che però non prevede un loro intervento. In discussione ora non c’è la leadership: «Basta leader soli al comando, ci sarà una squadra», anche perché -spiega - «un altro Berlusconi non c’è».

Un messaggio che suona come un ramoscello d’ulivo ai big forzisti che lo ascoltano in prima fila. A partire da Renato Brunetta che non ha perso occasione anche negli ultimi giorni di criticare la linea moderata di Parisi: «Siamo uniti e il mio abbraccio a Parisi è sincero». Anche Maurizio Gasparri e Altero Matteoli plaudono al nuovo corso ( «Bene fare squadra ma adesso ci aspettiamo contenuti»). Il più freddo resta Toti. Al partito liberal-popolare declamato da Parisi che «non deve aver paura di aprirsi all’esterno», il governatore della Liguria contrappone invece la blindatura dell’alleanza con la Lega perché, ricorda, portando ad esempio proprio la sua vittoria alla presidenza della regione, «i numeri prima ancora che la politica ci impongono di ripartire da lì». La tregua imposta da Berlusconi per ora resta armata. La convention di Parisi la prossima settimana potrà aiutare a capire se la ricomposizione si rafforzerà oppure se - come prevede il leader di Rivoluzione cristiana Gianfranco Rotondi - «l’operazione Parisi si risolverà nell’ennesima scissione di Fi».

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