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Dossier «Investimenti per le startup? La svolta non c’è ma…

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    «Investimenti per le startup? La svolta non c’è ma servono detrazioni»

    Le misure del Governo non bastano, la svolta startup nel Paese non c'è stata (sebbene ci siano miglioramenti), secondo le analisi di Antonio Ghezzi, direttore dell'Osservatorio Startup Hi-Tech del Politecnico di Milano.

    Si può parlare di una svolta in atto per gli investimenti startup nel nostro paese o no?

    Non è semplice parlare di vera e propria svolta strutturale di quest'anno rispetto al precedente. Tuttavia i segnali positivi sono molteplici e tangibili. Attraverso le nostre stime dell'Osservatorio Startup Hi-tech, effettuate combinando fonti primarie e secondarie, ci attendiamo che il valore totale degli investimenti in startup nel 2016 superi quello da noi registrato nel 2015 (pari a 133 milioni di euro). A questo dato si potrebbero poi aggiungere le startup italiane con Headquarter all'estero, i finanziamenti tramite grant e il crowdfunding non equity (come TipEquity e Assiteca).

    Altra nota positiva è legata alla nascita di nuovi fondi di investimento dedicati o con forte vocazione alle startup, che complessivamente hanno raccolto centinaia di milioni di euro da iniettare nell'ecosistema. Parliamo ad esempio di Invitalia Ventures tramite fondo Italia Venture Fund I, Panakes e di Intesa San Paolo con Quadrivio SGR.

    Quali sono le misure auspicabili per fare il vero cambio di passo?

    La legge del 2012 per incentivare il lancio di startup innovative ha avuto effetti controversi: pur avendo stimolato la nascita di startup innovative, non ha innescato l'accelerazione degli investimenti tanto attesa, in quanto questi ultimi restano quindi confinati sotto la soglia dei 150 milioni di euro. Ben lontani dagli esempi di alcuni Paesi più piccoli rispetto all'Italia eppure più virtuosi come Slovenia e Lituania. Tuttavia i provvedimenti normativi del 2012 risultano essere stati significativamente efficaci per quanto concerne l'accesso al credito bancario, favorendo in questo senso investimenti e capitalizzazione delle startup innovative.

    E allora che fare?

    E' auspicabile un aumento della detrazione dal 19% attuale per gli investitori per attirare verso le startup italiane gli investimenti di privati, di fondi specializzati e di altre aziende. Sarebbe opportuno cogliere il momento finanziario favorevole connotato da bassi tassi di interesse, che configurano l'investimento in startup innovative come un'alternativa interessante da considerare per l'investitore italiano ed estero. Ciò permetterebbe di dare maggiore impulso all'ecosistema dell'innovazione nel suo complesso e soprattutto di arginare la fuga verso l'estero di startup nostrane più promettenti

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