Italia

Via libera all'aggiornamento del Def, Renzi: nel 2017 crescita…

  • Abbonati
  • Accedi
consiglio dei ministri

Via libera all'aggiornamento del Def, Renzi: nel 2017 crescita dell'1%

Ansa
Ansa

Meno crescita come nelle previsioni, deficit che sale e un debito che anche quest'anno non andra giù. La Nota di aggiornamento al Def approvata stasera dal Consiglio dei ministri traccia un quadro macroeconomico meno promettente di quanto stimato ad aprile, profondamente influenzato dalla frenata del Pil.

Renzi: siamo stati prudenti
«Siamo stati super-prudenti perchè siamo andati con grandissima attenzione con dei numeri prudenti. Verificheremo se questi numeri, come io spero e credo, saranno corretti al rialzo» ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Non c'è flessibilità perchè si è deciso che vale una volta sola - ha continuato il presidente del consiglio spiegando i contenuti della Nota di aggiornamento - per me è un errore ma rispettiamo questa regola. C'è lo 0,4 di circostanze eccezionali che è un'altra cosa». Renzi ha poi aggiunto: «Il titolo è: il deficit va giù, il pil va su, ma sono due misure che continuano ad andare nella stessa direzione. Via le clausole di salvaguardia, lo decidiamo con la legge di bilancio ma le tasse non aumenteranno». E sulla pressione fiscale ha spiegato che «non è ancora stimata, perchè le misure ancora non ci sono».

I numeri
La crescita 2016 sarà dello 0,8%, una cifra in linea con le previsioni delle principali istituzioni nazionali ed internazionali, da Ocse a Bankitalia, e
che segna un deciso ridimensionamento rispetto al +1,2% scritto nel Def di aprile. Mentre per l'anno prossimo il risultato senza nuovi interventi è fissato allo o,6% dal governo, che punta su una manovra espansiva per arrivare all'obiettivo del +1% fissato dal per il 2017, come confermato dal premier Matteo Renzi nella conferenza stampa dopo il Cdm.

Il rapporto fra deficit e Pil è fissato al 2% per l'anno prossimo, contro il 2,4% con cui si chiude il 2016, vale a dire due decimali in più rispetto all'1,8% che era stato indicato finora. Ma la nota approvata ieri aggiunge un ulteriore 0,4% (riconducibile alle circostanze eccezionali per sisma e migranti), portando il deficit "sostanziale" al 2,4%, vale a dire 9-10 miliardi aggiuntivi che potrebbero essere a disposizione del governo.
«Mostriamo - ha detto Renzi - l'ennesimo miglioramento» del rapporto deficit/Pil che era «al 3% nel '14, al 2,6% '15, del 2,4 nel 16 e del 2» nel 2017, dalla curva del deficit» si vede che è «ai livelli più bassi dal 2007».

Il debito pubblico, secondo quanto previsto dalla Nota, salirà ancora quest'anno dal 132,2% del 2015 al 132,8%. Il calo è quindi rimandato al 2017, quando dovrebbe scendere di nuovo al 132,2%. È quanto prevede la Nota di aggiornamento del Def. «Il debito/Pil non scende, lo ammetto io, - ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan - le previsioni di inflazione
erano troppo ottimistiche».

Flessibilità, Bruxelles frena
Sulla flessibilità l'interpretazione renziana non sembra però coincidere con quella della Commissione. Bruxelles, ha fatto sapere il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, userà tutta la flessibilità che esiste nel Patto di stabilità per aiutare i Paesi che fanno riforme e investono, ma non concederà flessibilità fuori dal Patto. «Il Patto è la nostra roadmap, dobbiamo rispettare le regole, ma abbiamo deciso che lavoriamo sulla flessibilità dentro le regole», ha spiegato.
Sul fronte debito, il rallentamento del programma di privatizzazioni e la mancata ripresa dell'inflazione comprometteranno l'obiettivo di riduzione a partire da quest'anno. Il governo punta più che altro ad una stabilizzazione, almeno per il momento.


© Riproduzione riservata