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Dossier Fashion tech: a Woodskin il premio di Intesa SanPaolo

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Fashion tech: a Woodskin il premio di Intesa SanPaolo

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    Ci sono quattro architetti, ingegneri e designer trentenni di Milano dietro a Woodskin, la startup innovativa che ha vinto l’edizione 2016 della startup Initiative Fashion & Design di Intesa Sanpaolo, realizzata in collaborazione con Miroglio Group e Fashion Technology Accelerator. Il premio è l’accesso alla piattaforma Decoded Fashion. «Abbiamo brevettato un processo industriale per trasformare qualsiasi materiale piano in tridimensionale», spiega Susanna Todeschini, cofounder della startup, che continua: «Fino a oggi abbiamo applicato questa tecnologia alla realizzazione di superfici per architettura e design, come pareti, adesso cerchiamo un investitore per lanciare una linea di prodotti, anche di uso quotidiano, come mobili o lampade», prosegue Giulio Masotti, il cofondatore che ha tenuto il pitch davanti alla platea di investitori. Il canale di vendita di prodotti al cliente finale sarebbe l’ecommerce, la piattaforma digitale avrà anche la possibilità di realizzare e personalizzare le proprie creazioni.

    La startup è nata nel giugno 2013. Il team iniziale ha sostenuto le spese necessarie all’avvio e da subito ha realizzato progetti, anche internazionali, che hanno permesso di realizzare fatturato. I ricavi dello scorso anno hanno toccato quota 200mila euro e per l’esercizio in corso le previsioni indica il raggiungimento di 500mila euro. «I costi più importanti hanno riguardato i brevetti, con un investimento compreso tra i 50mila e i 100mila euro», continua Susanna Todeschini. Le applicazioni del processo brevettato da Woodskin si applicano a qualsiasi tipo di materiale e vanno a colmare il gap tra la progettazione tridimensionale che può sviluppare un software e la sua effettiva realizzazione. «Tra i vantaggi di Woodskin sia per quanto riguarda le superfici architettoniche sia per gli oggetti, c’è la riduzione dei passaggi di lavorazione, la possibilità di realizzare punti produttivi in qualunque parte del mondo, la riduzione degli imballaggi perché materiali e oggetti possono essere confezionati come pannelli piatti, che poi riacquistano la dimensione tridimensionale, in un’ottica d sostenibilità». I fondatori hanno tra i loro obiettivi una exit.

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