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Dossier Tom Hanks super star della Festa del cinema di Roma

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Dossier | N. 24 articoliFesta del Cinema di Roma

Tom Hanks super star della Festa del cinema di Roma

Tom Hanks con la moglie Rita Wilson
Tom Hanks con la moglie Rita Wilson

Ama Benigni, spara a zero sulle presidenziali americane e sul candidato repubblicano Donald Trump, racconta la sua soddisfazione di essere nonno, dice che «è un onore essere qui». È un vero e proprio show quello messo in scena da Tom Hanks, nell’incontro con il pubblico alla Festa del cinema di Roma. Vincitore di due Oscar, per Philadelphia e Forrest Gump, dopo aver sfilato con la moglie Rita Wilson sul red carpet, applauditissimo dal pubblico, dopo una raffica di autografi e selfie, nell’incontro stampa con Antonio Monda ha parlato a lungo della sua carriera e della politica americana. Poi la consegna del premio alla carriera della Festa di Roma. «Mi prostro davanti al Dio del cinema - ha detto - mi sottometto umilmente. È davvero un onore», ha detto. La kermesse romana gli ha anche dedicato una retrospettiva, con i suoi film più amati dal pubblico, da Apollo 13 a Bridge of the spies, da Cast away a Forrest gump, da Philadelphia a You’ve got mail.

Tom Hanks prima star della Festa di Roma: "Un onore essere qui"

Trump? No grazie
Le elezioni americane? «Un festival di merda». Democratico convinto, Hanks ha parlato a lungo di politica. «Ogni quattro anni arriva questo circo per decidere il presidente: a volte il Paese sembra davanti a un bivio, c'è ansia, il mondo ora attraversa una fase con un futuro incerto, ma quando l’America ha affrontato situazioni simili non ha mai cercato un candidato così autoreferenziale, pieno di idee assurde - ha affermato riferendosi a Trump - ci sono sempre stati dei candidati che potevano ricordare quello attuale, ma non abbiamo mai investito su di loro per il futuro, e non lo faremo neanche adesso».

Hanks nonno: i nipotini sono più divertenti di Fellini
Sessant’anni compiuti il 9 luglio, Hanks ha anche parlato delle sue nipoti, Olivia Jane e Charlotte: «non hanno idea di cosa faccio. Per loro sono solo il nonno e una delle voci di Toy Story. Cerco di convincerli che sono una persona importante, ma loro non ci credono. Comunque - ha dichiarato - i nipotini sono più divertenti di Fellini».

“I miei film? Non li guardo mai perché in realtà non cambiano, sono sempre gli stessi. Piuttosto vedi solo come sei invecchiato nel frattempo. Posso comunque ritenermi fortunato perché alla fine quello che conta è longevità artistica”

Tom Hanks 

I miei film? Non li guardo mai
Alla richiesta di una spiegazione su una frase da lui pronunciata alla presentazione del suo ultimo film, “Inferno”, «l’ignoranza è la cosa più pericolosa», Hanks ha risposto: «Intendevo l’ignoranza non solo in politica. Io sono un attore, parlo di film, ma conosco la storia umana e quando l’ignoranza ha prevalso sono successe cose brutte». I miei film? «Non li guardo mai perché in realtà non cambiano, sono sempre gli stessi. Piuttosto vedi solo come sei invecchiato nel frattempo. Posso comunque ritenermi fortunato - sottolinea - perché alla fine quello che conta è longevità artistica». L’ultimo è Inferno, con la regia di Ron Howard, in sala da oggi.

Un pensiero per Dario Fo
Hanks ha avuto un pensiero anche al Premio Nobel scomparso, Dario Fo: «Dario Fo. Premio Nobel. Sono fortunato perché fin da quando ero piccolo ho visto tanti film italiani in tv. Sono rimasto affascinato da “La strada” e da “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica. Quando vedi dei film fatti così bene ti dimentichi perfino che non parli italiano e rimani incantato». Oltre a ringraziare Roma per il premio, Hanks ha ricordato il suo forte legame con la Capitale. E con uno dei suoi primi film, “Big”. «Questo è un film molto speciale per me e mia moglie, perchè ci ha permesso di venire in viaggio di nozze, qui a Roma».

Il film lo scelgo d’istinto
Scegliere i film «è una questione d’istinto, ma la cosa più difficile resta dire no, ma a volte va fatto». A chi gli chiede se si considera, anche per i suoi ruoli morali, una sorta di James Stewart di oggi, replica: «quando decido i ruoli da fare non penso certo alla loro moralità». Se la sente di fare il cattivo: «ho un certo modo di pormi che potrebbe funzionare come cattivo, ma nel cinema non ci sono troppe sfumature. Ci sono solo degli antagonisti che tendono a essere più archetipi».

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