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Agli agricoltori italiani pensioni da 500 euro, le più basse nella Ue

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Previdenza

Agli agricoltori italiani pensioni da 500 euro, le più basse nella Ue

Pensioni da fame per gli agricoltori, le più basse dell'Unione europea. L'assegno che mediamente percepisce chi ha lavorato una vita nei campi è di circa 500 euro al mese. Ma sono molti i pensionati della terra che incassano poco meno di 300 euro. Con la scelta obbligata di continuare a lavorare sbarrando così la strada ai giovani. L'allarme è stato lanciato dalla Cia- Agricoltori italiani in un convegno organizzato alla Camera in collaborazione con il patronato Inac. Per il presidente dell'organizzazione agricola, Dino Scanavino, il sistema pensionistico va rivisto: «Con le riforme Amato, Dini e poi Fornero vengono sottratti ai pensionati qualcosa come 900 miliardi. Ma ora è il momento di dare e non di togliere ancora. È sotto gli occhi di tutti che il sistema pensionistico italiano debba essere fortemente riformato. Abbiamo le retribuzioni minime più basse d'Europa, chiediamo quantomeno che vengano uniformate a quelle degli altri Paesi Ue».

I pensionati costretti a lavorare, niente spazio per i giovani
Per Scanavino la situazione è ormai insostenibile: «Sono da bollino rosso - ha aggiunto - le condizioni degli ex lavoratori in agricoltura, che in Italia sono circa 460mila, dei quali l'89,4% non arriva a una pensione di 600 euro al mese. Ma la media di settore è notevolmente più bassa e si attesta sui 400 euro al mese, con punte minime di assegni da 276 euro. Situazioni difficili distribuite in tutte le regioni». E questo non aiuta il turn over. L'agricoltura italiana non è per i giovani e oggi il 43% dei titolari d'azienda ha più di 65 anni. E secondo la Cia ci sono spazi di manovra. «L'incidenza vera della spesa pensionistica sul Pil è pari al 10,7% - ha evidenziato il presidente dell'Inac Antonio Barile- e le entrate superano i 183 miliardi, per uno sbilancio positivo di 10,2 miliardi. Questi dati dimostrano che esistono i margini per aumentare le pensioni, al contrario di quanto sostenuto da più parti. Un processo che non è più rinviabile, perché gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà sono quasi 5 milioni e tra questi c'è chi ha lavorato una vita intera nei campi».

Damiano: benefici con la nuova legge di bilancio
Una prima rassicurazione è arrivata dal presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. «Con la legge di bilancio e la riforma delle pensioni - ha detto - sicuramente agli agricoltori arriverà un beneficio, ad esempio per quanto riguarda il miglioramento della No Tax Area dei pensionati della 14esima che coinvolge molti lavoratori agricoli che hanno notoriamente le pensioni più basse e qui stiamo intervenendo a migliorare la 14esima per le pensioni fino a 1000 euro». E Damiano ha annunciato anche che si stanno facendo delle verifiche sulla possibilità di inserire i lavoratori dei campi nell'elenco dei lavori gravosi.

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