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Dossier Auto, il futuro adesso è arrivato

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Dossier | N. 151 articoliAuto elettriche: i modelli e le tecnologie

Auto, il futuro adesso è arrivato

Evoluzione della specie. È questo il sentiment attuale (indubbiamente darwinista) dell’industria dell’auto. Un’industria nella quale, in questo ultimo scorcio di 2016, si nota una maggiore spinta delle case verso l’innovazione di sostanza e non più di facciata. Lo si è visto in queste settimane e anche nell’appena concluso salone di Parigi. Un salone in verità avaro di grandi novità pronte per i concessionari (alcune case come Bmw hanno tolto i veli a modelli importanti come la Serie 5 a rassegna conclusa), ma che ha aperto una vetrina sul futuro dell’automobile: un futuro con tante macchine elettriche e che guidano magari un po’ da sole. Ad esempio, Volkswagen si sta avviando verso una terza era, dopo quella del Maggiolino che l’ha fatta nascere e quella della Golf che invece l’ha fatta risorgere. La casa tedesca ha infatti svelato un concept (si chiama I.D, come riferiamo su questo Rapporto Motori) di vettura elettrica da 500 km di autonomia. Arriverà nel 2020, costerà come una Golf Gtd e sarà la prima di una serie di auto «alla spina» che non fanno venire l’ansia da prestazione in fatto di autonomia. E nella roadmap di Vw (che conta di vendere un milione di elettriche all’anno a partire dal 2025) c’è anche la guida autonoma con il volante che non scompare come in alcuni esagerazioni dei media, ma potrebbe rientrare in plancia, quando al volante si metterà un’intelligenza di software e silicio. Ma è uno scenario lontano e va ricordato che l’auto equipaggiata con sistemi di guida automatizzata è una realtà già oggi mentre quella senza guidatore è una favola.

Anche Mercedes scommette, con il prototipo Eq, su un futuro prossimo di auto a batterie a lunghissima autonomia, come del resto Gm che con Opel Ampera-E e Chevrolet Volt è pronta a vendere nel 2017 una compatta da 500 km. Ovviamente la rinnovata attenzione delle case verso l’elettrico trova forti motivazioni nelle sempre più stringenti normative di riduzione delle emissioni, ma si ha la sensazione che i grandi costruttori stiano progettando oggi le vetture del futuro e siano in attesa che qualche big delle batterie (Lg Chem, Samsung Sdi o Panasonic per esempio) riesca davvero a fare il salto tecnologico che permetta di superare gli enormi limiti delle celle a ioni di litio (singolarmente pressoché uguali a quelle degli smartphone e collocate in qualche migliaio di unità nelle battere da autotrazione).

E se l’auto elettrica è più vicina, quella che guida da sola non è troppo lontana e sarà da vedere quale sarà la diffusione di massa in un mercato dove è difficile far digerire gli extra costi di optional come il cruise control adattativo. Un altro punto chiave nell’evoluzione dell’auto va sotto la parola “condivisione”, oggi tanto di moda. E se è innegabile che il car sharing avrà un successo crescente, non va dimenticato che si tratta di soluzioni complementari che solo in alcuni casi saranno sostitutive dell’auto personale (a prescindere dalla formula di acquisto). Del resto abbiamo di fronte decine di modelli dal design sempre più affascinante, con dotazioni che già oggi sono da fantascienza e viene da chiedersi perché mai, in un mondo dove i consumatori scelgono un cellulare con cura maniacale perché è il più «bello di sempre», si dovrebbe abdicare al piacere di scegliere la propria auto sulla base di gusti, esigenze personali e, perché no, emozioni. Il taxi e l’auto condivisa infatti non emozionano, sono solo utili. L’automobile, invece oltre a essere fondamentale, suscita ancora interessi che vanno al di là della mera mobilità. E la conferma uleriore arriverà tra tre settimana quando Alfa Romeo svelerà il suo primo suv al salone di Los Angeles.

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