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Dossier | N. 118 articoliReferendum costituzionale

Renzi: se vince il «No» niente governo di scopo o tecnico, Italicum cambierà comunque

«O si cambia o se vogliono galleggiare ne trovano altri, si resta con i soliti». Lo dice il premier Matteo Renzi parlando del referendum del 4 dicembre a Rtl 102.5. «Ma se qualcuno vuole fare strani pasticci il giorno dopo li fa senza di me. Se i cittadini dicono di No e vogliono un sistema che è quello decrepito che non funziona, io non posso essere quello che si mette d'accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio. Il governo tecnico l'abbiamo avuto più volte e sono salite le tasse».

Renzi: se volete vecchia politica inciuci, riprendetela
Un concetto ribadito nel pomeriggio nel corso della firma del “Patto per Cagliari”, in Sardegna. «La classe politica sfrutta il 4 dicembre per riprendersi il potere che aveva perso - ha attaccato - Vogliono tornare loro: se volete un sistema di galleggiamenti e inciuci, di rinvio dei problemi, va bene prendete quelli di prima. Amici come prima».

Se vince No non resto abbarbicato alla poltrona
«Io non sono disposto a stare ai giochini della vecchia politica - ha continuato il premier parlando del referendum - io non ce la faccio a restare abbarbicato a una poltrona con il gusto di mantenere la poltrona. Io sto qui se posso cambiare le cose».

Il Cavaliere e Grillo accettino confronto
Renzi ha poi rinnovato la sfida al confronto con gli altri leader politici: «A quindici giorni dal voto, ribadisco che mi piacerebbe fare un confronto civile con Silvio Berlusconi e un confronto con Beppe Grillo, che sono i capi dei due partiti principali, insieme a quello che io rappresento» ha detto Renzi, spiegando che «possiamo farlo in radio, in tv: il problema non è dove farlo ma
se accettano, ma mi piacerebbe un confronto civile, pacato». «Grillo dice che vuole che io mi confronti con uno più giovane: sono disposto a farlo con il figlio di Casaleggio» ha aggiunto.

Italicum cambierà comunque
«Ormai mi sembra evidente che si fa comunque la legge elettorale nuova, in ogni caso» ha continuato il premier. «Non ci vedo niente di male nell'Italicum perché il ballottaggio mi sembra la cosa più giusta. In Parlamento uno vuole una cosa, uno l'altra, uno le preferenze, uno i collegi che sono una cosa meravigliosa. Ma sia che vinca il Sì, sia che vinca il No la legge va cambiata. Ormai è chiaro. E questo elimina anche il problema del combinato disposto con il referendum».

Manovra è buona, rinvio a marzo è consueto
Parlando delle osservazioni Ue sulla legge di bilancio, il premier ha spiegato che «il rinvio a marzo è ormai una consuetudine, è avvenuto anche nel 2016 e nel 2015. Spiace che la politica faccia polemica ma la procedura è sempre la stessa». Renzi ha spiegato che «noi siamo stati dentro i margini ma abbiamo anche liberato risorse per la sanità, per le aree terremotate e per le scuole perché la stabilità europea ci interessa meno della stabilità dei nostri figli, su questo non c'è discussione». E ha aggiunto: «il bilancio italiano è buono, permette di conciliare l'attenzione al debito con la crescita».

Rispetto Prodi, ma questa Europa non mi piace
«Rispetto Prodi, se dice questo avrà i suoi motivi. Ma io non voglio prendere i voti degli euroscettici: noi vogliamo cambiare l'Europa. Noi siamo europeisti convinti per questo non ci piace questa Europa qui» ha detto poi il premier rispondendo - sempre a Rtl 102.5 - all'invito di Romano Prodi a non esagerare nelle critiche all'Europa.

Rispetto Bersani e D'Alema, ma non è congresso
Alle domande sulla minoranza Pd Renzi risponde che «questo non è il congresso, ne parliamo il 5 dicembre». «Ho grande rispetto per il passato del mio partito, per Bersani, D'Alema - ha aggiunto il premier - ma vorrei evitare di parlare delle polemiche sulla vecchia classe dirigente che magari diventerà la nuova. Questa riforma riguarda il futuro dei miei figli».

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