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Dossier Taste Italy, accordo da 1,8 milioni

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Taste Italy, accordo da 1,8 milioni

    Quasi 2 milioni in arrivo nelle casse di Taste Italy, la startup modenese nota per aver lanciato la linea GustaMente: alimenti tipici della cucina emiliana declinati in chiave dietetica e bio. L'azienda ha appena chiuso un accordo da 1,8 milioni di euro con il Fondo Invest Modena, promosso da investitori del territorio (Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, di Carpi, di Mirandola, di Vignola, Carimonte Holding) insieme a Unicredit e gestito da Gradiente Spa. Il finanziamento si aggiunge al milione già raccolto in precedenza e fa guardare l'azienda in direzione di nuove strategie di marketing e nuovi sbocchi di mercato.

    In cima alla lista ci sono il resto d'Europa e gli Stati Uniti. Come spiega Antonio Montanini, presidente di Taste Italy, i nuovi capitali «consentiranno di effettuare investimenti in ambito commerciale e marketing per aumentare la capacità distributiva e per affrontare nuovi mercati all'estero, in particolare Europa Occidentale e in un secondo momento gli Usa». Senza dimenticare la divisione R&D, tra le artefici di un marchio che trasforma piatti locali come tortelloni e ravioli in prodotti “healthy”: niente allergeni, basso contenuto di zuccheri e un buon apporto di proteine. «Una parte di investimenti sarà destinata alla Ricerca e Sviluppo per ampliare la gamma dei prodotti offerti – conferma Montanini – Ci concentreremo su paste con preparati a base di farine innovative e ripieni con caratteristiche funzionali».

    «Sono in corso trattative con le altre importanti insegne del panorama retailer italiano. Per l'estero siamo in fase di trattativa sempre con le più importanti catene della grande distribuzione» conferma Montanini. Nella strategia pubblicitaria, i social network sono la vetrina privilegiata per corteggiare un target di consumatore informato e attento ai dettagli di quello che acquisrta. Anche se, per ora, la strada dell'e-commerce resta sbarrata da ragioni pratiche: «Per il mercato Italia non è però sfruttabile la vendita on line perché prodotto, per chi è celiaco, non è rimborsabile come invece avviene nei punti vendita – spiega Montanini – In compenso abbiamo in programma un importante investimento infrastrutturale per implementare un e-commerce dedicato ai consumatori esteri».

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