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4/10 L’import di smog

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    Dieci domande e risposte sullo smog

    4/10 L’import di smog

    Le zone di pianura, come il bacino padano o la Valdarno fiorentina, hanno la particolarità di concentrare e non lasciar dissipare gli inquinanti. Vi sono altre aree d’Italia e d’Europa dove c’è una produzione di polveri assai più alta, ma il vento continuo e la pioggia frequente disperdono queste polveri, spostandole altrove. Secondo le ricerche Rse, appena il 35-40% delle polveri fini delle città è stato prodotto in città; il restante 60-65% viene importato dall’hinterland e dalle campagne. È l’effetto camino: la città è più calda perché sono più concentrati gli impianti di riscaldamento e perché la copertura edile è più calda delle aree coltivate; l’aria più tiepida si alza verso l’alto, per i moti convettivi, e rasoterra verso la città fluisce aria più fresca e più inquinata dalle campagne, dalle tangenziali e autostrade, dalle fabbriche dell’hinterland. Secondo lo scienziato Guido Pirovano del centro ricerche Rse a Milano — dove i mezzi pubblici si usano moltissimo, le distanze sono brevi, sono un successo il bike sharing e il car sharing e dove l’auto si usa molto meno che nell’hinterland — «il contributo delle sole sorgenti cittadine alle concentrazioni media annue totali di polveri non supera il 35-40%».
    I divieti colpiscono le zone che respirano lo smog, non quelle che lo producono

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