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Dossier EasyFeel, 800mila euro per la startup delle pulizie on demand

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    EasyFeel, 800mila euro per la startup delle pulizie on demand

    Due aumenti di capitale in due anni, per fare il salto di qualità e avvicinarsi al modello di un «Airbnb delle pulizie» attivo in tutta Italia. La startup milanese EasyFeel, nata nel 2014 per creare una piattaforma di domanda-offerta di pulizie per la casa, ha raggiunto nel 2016 una raccolta totale di 800mila euro grazie a un finanziamento da 600mila euro da parte di private banker e del fondo R204 dei Partner di Bain&Company. L’investimento servirà a espandersi su nuovi target di mercato, dopo un processo di trasformazione del servizio avviato già la scorsa estate: la piattaforma è passata da semplice canale di intermediazione tra clienti e “cleaner” (chi fa le pulizie) a un mercato digitale dove si possono valutare, comparare e prenotare servizi domestici. Il modello di ricavi è rimasto identico: la startup trattiene una commissione del 20% sul pagamento effettuato dall’utente con carta di credito, debito o ricaricabile. Oggi l’azienda copre un totale di cinque città (Milano, Torino, Firenze, Bologna, Roma) ma permette di iscriversi senza restrizioni geografiche. Nel 2017 sarà il turno di nuove province e di un inedito servizio di badanti, in parallelo al business originario delle pulizie a domicilio: «Entriamo in un mercato che risulta ad oggi quasi del tutto inesplorato, avvalendoci di diverse agenzie del lavoro selezionate sulla base di elevati standard qualitativi» spiega Daniel Amroch, fondatore dell’impresa insieme a compagni di studi alla Bocconi Andrea Rocco e Denny Nasato. La società ha chiuso l’anno scorso con un giro d’affari da 700mila euro, in rialzo di cinque volte rispetto al 2015 e con un incremento medio mensile del 10-15%. L’obiettivo del 2017 è di raggiungere un fatturato di 2 milioni di euro e di centrare il break-even (il pareggio) entro il primo semestre dell’anno. La crescita potrebbe essere trainata dalla spinta alla “verticalizzazione”, cioè alla creazione di servizi aggiuntivi e specifici. Il primo banca di prova sarà proprio quello delle badanti, ma in futuro il portafoglio potrebbe allargarsi ancora. «La nostra vocazione è l’espansione ad altri servizi – dice Amroch - E nel 2017 continueremo il più possibile il processo di integrazione verticale».

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