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8/9 L’euro e noi /Con queste politiche unione destinata a sgretolarsi

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    il compleanno dell’europa

    Euro sì, euro no: nove economisti a confronto in rete

    Nove osservatori alle prese con la domanda delle cento pistole del Sole 24 Ore: l’Unione fa la forza della nostra economia? Le risposte non sono affatto scontate

    8/9 L’euro e noi /Con queste politiche unione destinata a sgretolarsi

    di Emiliano Brancaccio, docente di Politica economica ed Economia internazionale (Università del Sannio)

    L'euro rappresenta un tentativo fallito di gestione “morbida” dei durissimi processi di ristrutturazione capitalistica alimentati dal consolidamento del mercato unico europeo. La definitiva liberalizzazione dei movimenti di merci e di capitali ha esasperato la competizione tra capitali europei e ha alimentato gli squilibri commerciali e finanziari tra i paesi forti e i paesi deboli del continente.

    Stando ai suoi fautori, la moneta unica avrebbe dovuto aiutare a governare questi sbilanciamenti. I paesi deboli sarebbero stati indotti dalle istituzioni europee ad attuare politiche di deflazione interna al fine di diminuire le spese, aumentare la competitività e cercare così di ridurre i loro eccessi di importazioni sulle esportazioni. In cambio, la politica monetaria sarebbe stata condivisa tra tutti i paesi, in modo da venire incontro alle esigenze di solvibilità delle economie più deboli.

    Nella visione dei padri fondatori dell'euro, in questo modo il processo di “centralizzazione” europea non si sarebbe arrestato: i capitali in affanno sarebbero stati messi fuori mercato oppure acquisiti dai capitali più forti, ma a un ritmo blando, politicamente gestibile, tale da scongiurare reazioni protezionistiche. La grande crisi iniziata nel 2008 ha sconvolto questi piani, e ha rivelato tutti i limiti del progetto europeo.

    Anziché mitigare gli squilibri, le politiche deflattive imposte dall'Unione hanno alimentato la spirale recessiva, che ha aggravato la posizione debitoria dei paesi più deboli e ha reso l'azione della BCE sempre meno in grado di garantire la loro solvibilità.

    In questo scenario, resta valida la previsione del “monito degli economisti” pubblicato nel 2013 sul Financial Times:* insistendo con queste politiche, l'attuale assetto dell'Unione è destinato a sgretolarsi. E un mero ritorno alle valute nazionali non risolverà i problemi. Ciò che davvero è in gioco è la causa originaria degli squilibri: il mercato unico e la connessa libertà degli scambi.

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