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    Dossier | N. 101 articoliSpeciale guida autonoma e sistemi ADAS

    Quei cinque gradi di autonomia, tutto quello che c’è da sapere sulle auto che guidano da sole

    Il prototipo Cedrik (Gruppo Volkswagen)
    Il prototipo Cedrik (Gruppo Volkswagen)

    Sempre più spesso si legge di auto a guida autonoma, definizione utilizzata nella maggior parte delle volte in modo errato ma in grado di creare, agli occhi dell'automobilista, scenari futuristici dove si viaggerà su mezzi capaci di guidare da soli. Osservando invece con attenzione le novità presentate al Salone di Ginevra e le recenti acquisizioni di aziende hi-tech, come Intel che ha acquistato l'israeliana Mobileye per 15,3 miliardi di dollari, si può facilmente capire quanto la realtà sia ben diversa. Prima di scoprire gli sviluppi dei costruttori automobilistici, è utile conoscere la tabella Sae (qui accanto).

    Realizzata dalla Society of Automotive Engineers, un'associazione con oltre 100 mila ingegneri impegnati nel settore dei trasporti, divide in cinque livelli di automazione i sistemi presenti su una vettura. Separata in due macro aree, con la sostanziale differenza di chi controlla l'ambiente di guida tra automobilista o sistemi automatici, fornisce una scala per identificare l'attuale situazione del mercato e cosa ci dovremmo aspettare nei prossimi anni. Ad oggi, in Italia, modelli come Mercedes-Benz Classe E e Bmw Serie 5 si avvicinano al grado 3, grazie ad un elenco di tecnologie che monitorano costantemente l'ambiente circostante, rispondono in maniera autonoma ad eventuali pericoli e sono in grado viaggiare fino ai 210 km/h (nel caso della Serie 5) in modalità automatica lungo i tratti autostradali ma sempre sotto la supervisione dell'automobilista.

    Se i due modelli tedeschi si avvicinano al livello 3, per i livelli successivi si dovranno aspettare ancora diversi anni, smentendo così improbabili annunci che vedevano una diffusione delle auto a guida autonoma già a partire dalla fine di questo decennio. Come sottolineato al Salone di Ginevra da Matthias Müller, presidente del Gruppo Volkswagen, si dovrà attendere almeno il 2025 per vedere circolare mezzi conformi al livello 5 come il prototipo Cedric. Acronimo di SElf DRIving Car, la novità tedesca è un minivan elettrico a guida completamente autonoma dotato di telecamere e sensori laser di tipo Lidar, dove al suo interno non è prevista nessuna plancia di comando. Guida autonoma ma anche possibilità di guidare sulla nuova Peugeot Instinct Concept, prototipo ibrido plug-in che non si dimentica delle emozioni trasmesse da una vettura grazie ai 300 cavalli a disposizione e ad una linea convincente.

    Tra le novità presentate a bordo della concept francese arriva l'Artik Cloud di Samsung, piattaforma pensata per l'Internet delle cose e in grado di gestire tramite cloud gli appuntamenti e altri dati dell'automobilista. Abbandonando prototipi e concept car sono diversi i nuovi modelli che crescono di livello nella classifica Sae, come la Nissan Qashqai restyling. Il suv giapponese, nel corso del 2017, sarà disponibile con il sistema di guida automatizzata ProPilot in grado di controllare sterzo, acceleratore e freno per l'utilizzo in autostrada su corsia singola, portando così la Qashqai al livello 2 della scala. Novità anche in casa Volvo, con l'arrivo della seconda generazione della XC60. Il nuovo suv svedese, completamente rinnovato rispetto al modello precedente, migliora la dotazione di sicurezza con l'introduzione dello Steer Assist integrato nella suite City Safety (per l'aggiramento automatico degli ostacoli e il controllo del cambio corsia del sistema Blis) e sale di livello della tabella Sae grazie al Pilot Assist capace di gestire sterzo e velocità fino ai 130 km/h. L'evoluzione della guida autonoma non è però legata solo alle novità proposte dai costruttori automobilistici e la vera partita si giocherà sui produttori di componenti, come conferma la recente acquisizione da parte di Intel di Mobieye per la cifra record di 15.3 miliardi di dollari (al cambio pari a circa 14,4 miliardi di euro).

    L'azienda israeliana che si occupa di automatismi, mapping, intelligenza artificiale e analisi dei dati, passati i nove mesi necessari al completamento dell'accordo, entrerà a far parte dell'Automated Driving Group di Intel, producendo componenti da vendere alle case costruttrici per le auto a guida autonoma. Come ricordato da Amnon Shashua, amministratore delegato di Mobileye, il mercato della guida autonoma potrebbe valere entro il 2030 fino a 70 miliardi di dollari (65,7 miliardi di euro). Non sempre però tutto avviene “alla luce del sole”, come nel caso che vede protagonisti Google e Uber. Waymo, la divisione dell'azienda di Mountain View dedicata allo sviluppo delle auto a guida autonoma, ha denunciato un suo ex capo progettista per avere rubato una importante tecnologia e aver passato la relativa documentazione a Uber. Nello specifico il dipendente infedele avrebbe aperto una sua start up battezzata Otto, azienda poi ac quistata da Uber per 680 milioni di dollari. Altro punto fondamentale è legato alla quantità e alla velocità di trasmissione dei dati, aspetto pronto a subire una vera rivoluzione con l'introduzione della no di guidare un'auto a distanza (50 km nel nostro caso), aprendo così inediti scenari nel settore del trasporto leggero e pesante.

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