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Tribunali delle imprese, cresce l’arretrato

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LA GIUSTIZIA CIVILE

Tribunali delle imprese, cresce l’arretrato

Arretrato in aumento e tempi che si allungano. Sono i mali dei tribunali delle imprese, che quest’anno si preparano al giro di boa dei primi cinque anni di operatività. Si tratta di sezioni specializzate in proprietà industriale, diritto societario e appalti di rilevanza comunitaria, istituite dal decreto legge 1/2012 in 22 sedi (i capoluoghi di regione, esclusa Aosta, più Bolzano, Brescia e Catania) per garantire pronunce rapide, uniformi e di qualità in materie tecnicamente complicate e con elevato peso economico. Ma iniziano a mostrare le prime falle.

L’andamento

In base ai dati elaborati dal ministero della Giustizia che ha censito 18 tribunali (mancano Cagliari, Catanzaro, Trieste e Bolzano), i procedimenti in corso al 31 dicembre 2016 erano 9.900, il 20% in più del 2015 e il 72% in più del 2013. Arretrato in salita, quindi, benché anche le decisioni siano aumentate: nel 2016 sono state l’80% in più rispetto al 2013. Ma la crescita della produttività non è bastata a far fronte al flusso dei nuovi procedimenti, cresciuto del 6% in quattro anni, né a smaltire quelli vecchi.

Di qui l’aumento dell’arretrato e dei tempi di definizione delle controversie: se nel 2014 il 74% del contenzioso si chiudeva entro un anno, nel 2016 il tasso è sceso al 57 per cento. L’iter è veloce per i (tanti) fascicoli che non si chiudono con una sentenza: nel 2016 hanno richiesto in media 333 giorni (ma nel 2015 ne bastavano 285 e nel 2014 solo 224). Per arrivare a sentenza l’anno scorso il tempo medio è stato invece di 970 giorni, circa 2 anni e otto mesi, 100 giorni in più rispetto al 2015 e 194 rispetto al 2014. Una parabola crescente che sta avvicinando i tempi del tribunale delle imprese a quelli del contenzioso ordinario, in calo negli ultimi anni e arrivato a 981 giorni nel 2016.

La qualità delle sentenze

Ma se i dati su tempi e arretrato segnalano le difficoltà dei tribunali delle imprese, la “tenuta” delle sentenze nei gradi successivi testimonia la qualità delle decisioni: a Milano il 70-80% delle pronunce è confermato in secondo grado. «Prevedibilità e tenuta sono fattori fondamentali – spiegano in Confindustria – poiché hanno un effetto deflattivo e riducono il contenzioso. Per questo, nonostante l’aumento di tempi e arretrato, gli aspetti positivi prevalgono su quelli negativi. Bisogna piuttosto spingere sulla specializzazione perché nelle sedi, come Milano e Napoli, in cui è stata realizzata i risultati ci sono e l’apprezzamento delle imprese è elevato».

La specializzazione

«Specializzazione» è la parola chiave dei tribunali delle imprese, ma per la maggior parte occuparsi solo delle materie attribuite dalla normativa è un traguardo ancora da raggiungere. La ragione principale è che in molte sedi il numero delle procedure è basso e non permette di avere giudici dedicati in maniera esclusiva. Come a Palermo, ad esempio, dove «la sezione – spiega il giudice Giuseppe De Gregorio – si occupa, tra l’altro, anche di contenzioso bancario e di tutti gli appalti pubblici», mentre le cause tipiche del tribunale delle imprese rappresentano il 25% del carico di lavoro di ciascun magistrato. Sui procedimenti urgenti il tribunale riesce comunque a garantire la chiusura in due-tre mesi. La specializzazione a metà non riguarda solo le sedi minori: la competenza esclusiva non è garantita neanche a Roma, dove il numero di nuove cause è alto, secondo solo a Milano.

Ci sono poi le carenze di organico. «A Venezia non ci sono giudici addetti solo alle materie d’impresa perché i magistrati non bastavano – dice Liliana Guzzo, presidente facente funzione della sezione impresa e della prima civile – ma ora grazie anche a un piccolo incremento di organico stiamo cercando di costituire una sezione impresa. Anche perché dal secondo semestre 2016 c’è stato un aumento vertiginoso delle iscrizioni dovuto alla crisi di due importanti banche (Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr). In questi primi mesi del 2017 abbiamo già ricevuto più iscrizioni che in tutto il 2015».

Sul futuro dei tribunali delle imprese pende un progetto di riforma, contenuto nel disegno di legge delega sulla giustizia civile, all’esame della commissione giustizia del Senato da più di un anno. L’obiettivo è quello di aumentare le competenze delle sezioni specializzate, affidando loro, tra l’altro, le class action e il contenzioso che riguarda le società di persone. Ma i tempi e l’effettiva possibilità che la riforma venga approvata e poi attuata sono incerti.

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