Psa salta sul treno dell’autonomous driving e punta alla democratizzazione della tecnologia. Il gruppo francese Psa (Peugeot, Citroën, Ds e Opel) attraverso il programma Ava (Autonomous Vehicle for All cioè veicoli autonomi per tutti) sta delineando la strada che dalla guida assistita condurrà alla guida autonoma entro il 2030. Al centro tecnico di Valizy (Francia) dal 2014 un gruppo di 230 persone lavora allo sviluppo di tecnologie per la guida autonoma. Ad oggi sono stati realizzati 20 prototipi che hanno percorso circa 125mila chilometri per l'Europa al fine di testare le tecnologie dei livelli dal 2 al 4.
A marzo di quest'anno il progetto si è allargato, coinvolgendo persone “non esperte alla guida” per mostrare la facilità con cui è possibile delegare la guida e valutare le varie reazioni.
Le tappe fondamentali sono cinque e in questo momento ci troviamo nella fase uno di guida assistita, la quale prevede che il conducente tenga le mani sul volante. A supportarlo sono presenti sistemi come l'Adaptive Cuise Control e l'High Integrated Assist. Il passaggio successivo è previsto nel 2018 e si tratta di una guida autonoma, quindi il conducente potrà non tenere le mani sul volante grazie all'introduzione del sistema Automated Driving che sarà in grado di gestire il cambio di corsie in seguito all'inserimento dell'indicatore di direzione da parte del conducente.
Il grande cambiamento arriverà nel 2020, quando tutti i veicoli saranno progettati sulla piattaforma modulare EMP2 per garantire sicurezza, connessione e autonomia.
Dal quel momento avrà inizio la fase tre, chiamata Eyes off, durante la quale l'auto saprà guidare nel traffico cittadino (Traffic Jam Chauffeur) e in altre condizioni (High Chauffeur). Con queste è prevista una diminuzione degli incidenti e una riduzione di consumi ed emissioni. Cambierà anche il modo di intendere l'auto e la mobilità visto che il conducente potrà dedicarsi ad altre attività. Ciò non significa che non possa essere richiamato all'attenzione; l'auto può chiedere l'intervento umano e se nell'arco di 3-4 secondi non interviene, il veicolo rallenta fino al totale arresto. La quarta fase sarà il Mind Off e verranno sviluppati i sistemi di monitoraggio al fine di dare maggiore libertà di azione al conducente, pur sapendo che il veicolo potrà richiedere il suo intervento dando circa 10 secondi di tempo per intervenire. Si inizierà a parlare della quinta fase dal 2025 quando le auto saranno a guida autonoma e il conducente sarà perciò libero dall'attività di guida. Da questo momento quindi anche il design interno dei veicoli avrà un nuovo aspetto e bambini o anziani potranno accedere alla mobilità in modo indipendente.
A supporto di questi sviluppi tecnologici è necessario anche un sistema normativo adeguato. Pertanto, la Convenzione di Vienna dal 1968 è in fase di revisione al fine di autorizzare determinati compiti all'auto e permettere altre attività al conducente rispetto alla guida, come è accaduto con il primo emendamento del marzo 2016 con il quale si permette l'adozione di regolazione di velocità a patto che il conducente possa riprendere il comando in caso di necessità. A ciò si aggiunge anche il bisogno di un adeguato sistema infrastrutturale, che comprende sia la manutenzione di infrastrutture fisiche sia la copertura delle reti di comunicazione a distanza necessarie per ottenere indicazioni precise sull'ambiente circostante il veicolo. Al tempo stesso, sarà anche la gestione della procedura di omologazione dei veicoli -in Europa è abbinata alla verifica di conformità del veicolo- dovrà adeguarsi al nuovo stato dell'arte dell'auto.
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