Sempre più concentrati sugli sport utility di taglia «umana». In Fca la scelta di puntare sul settore più gettonato nell’ambito delle vendite di suv-crossover parte da molto lontano. Parte dal progetto “gemellare” di Fiat 500X e Jeep Renagade, poi concretizzatosi nel 2015 con il lancio di due modelli con tanto in comune, a cominciare dalla piattaforma (l’ormai nota “small wide” che, sia pure in una variante diversa, è oggi la base anche della Jeep Compass, modello che non completa del tutto il progetto iniziale visto che è prevista anche una variante Alfa Romeo). Una scelta che si spiega in parte coi grandi numeri del settore che è quello più in crescita, ma appare come una logica conseguenza di una evoluzione anche degli acquirenti dei modelli a guida alta.
Da auto destinate agli specialisti dell’off-road i suv sono, infatti, diventati anche dei modelli ideali per la guida in città, quelli compatti in particolare, visto che hanno dimensioni ormai compatibili con quelle una berlina di “taglia” media. Se i primi ad accorgersene, forse per un caso fortunato e non per un calcolo vero e proprio, sono stati i progettisti di Nissan quando hanno deciso di puntare sul Qashqai, poi diventato l’antesignano di tutti i suv compatti di oggi, nell’ambito del gruppo Fca il progetto è molto più ampio per complessità di varianti e per sfida che si appresta ad affrontare. Se, infatti, i “gemelli diversi” Fiat 500X e Jeep Renegade viaggiano ormai a gonfie vele non solo per gradimento, ma anche per numero di unità vendute ora tocca all’ultimo arrivato, il nuovo Compass, alzare ancora di più l’asticella della sfida avviata dal gruppo italo-americano.
La nuova Jeep si colloca, infatti fra la Renegade e la Grand Cherokee, ma essendo lunga appena 4,40 metri, scende in campo per sfidare proprio la Nissan Qashqai e tutti gli altri suv compatti con l’obiettivo di diventare un vero e proprio modello di riferimento. Cittadina globale perché prodotta in Brasile, Messico e in seguito in Cina e India, la nuova Compass è un’auto vivibile, ben disegnata, robusta, pratica e spaziosa che può essere equipaggiata anche con le quattro ruote motrici. I collaudati sistemi da off-road di Jeep sono poi una garanzia nella guida su tracciati fangosi, nevosi e in generale difficili. Una volta abbandonati i sentieri impervi a favore, magari, dell’autostrada, la nuova Compass si conferma ben insonorizzata e confortevole. Le sospensioni, infatti, attutiscono le sconnessioni senza però risultare troppo morbide se la velocità aumenta. Alla “voce” motori, inoltre, la scelta è tra i 1.600 cc e i 2.000 a quattro cilindri benzina o turbodiesel con potenze fra 120 e 170 cv e abbinabili ad un cambio automatico a nove rapporti che privilegia i rapporti alti in favore dei consumi. La nuova Jeep, insomma, è accogliente e riposante a prescindere dalla superficie sulla quale si viaggia ed è anche ben equipaggiata grazie all’ultima versione del sistema UConnect con Apple Car Play o Android Auto e il navigatore. Frenata automatica e mantenimento della corsia sono di serie su tutte e nel livello Limited in più si hanno fari bixeno automatici, portellone elettrico, clima bizona e ad antifurto volumetrico. Con un tale pacchetto è evidente che la concorrenza si amplia. In particolare ai modelli premium, rispetto ai quali però, la Compass è proposta a dei prezzi, compresi fra 25 e 40mila euro, in media inferiori di circa 2.000 euro.
Una sfida a tutto campo quella avviata da Fca con la Compass, che contempla anche “formule” di acquisto molto vantaggiose, per non lasciare nulla di intentato e mettere al riparo la nuova Jeep da contromosse dei rivali designati, i modelli del brand del lusso “made in Germany”. Un’impresa impossibile? Ne sapremo di più a fine luglio a lancio della Compass avvenuto. Restando in tema di suv premium, da segnalare la sfida solitaria per ora, ma pur sempre efficace, della Levante che in attesa di altri modelli programmati dal Gruppo Fca, in particolare il fratello maggiore dello Stelvio, il futuro megasuv Alfa Romeo (ma quella è un’altra storia) continua a tenere alte le quotazioni di Maserati, visto che non solo rappresenta ormai il modello più venduto dal brand del Tridente, ma potrebbe già alla fine di quest’anno contare per oltre il 50% sull’interno immatricolato di Maserati nel mondo. Insomma la Levante è sempre più centrale nel piano di rilancio del Tridente che, come è noto, punta entro la fine del 2018 al raggiungimento di un obiettivo ambizioso, le 70mila immatricolazioni su base annua che sono un traguardo difficile, ma non impossibile soprattutto se si ha in casa un suv di taglia “grande” come la Levante.
Del resto la casa italiana negli ultimi 12 mesi è stata protagonista di un exploit niente male. Basti pensare che Maserati ha aumentato a fine 2016 le proprie immatricolazioni del 30% rispetto all’anno prima. La sfida del Levante alla concorrenza tedesca, ma non solo, ha come base una dotazione di serie di motori V6 a gasolio (le varianti più richieste) che include i cerchi di lega da 18”, i fari bi-Xenon, i fari a Led posteriori, il clima bi-zona, i rivestimenti di pelle, l’infotainment Maserati Touch Control Plus con schermo da 8,4 pollici compativile con Apple Carplay e Android Auto, l’impianto audio con otto diffusori, il portellone elettrico e l’Active Sound integrato negli scarichi.
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