In meno di un decennio Jaguar e Land Rover sono passate attraverso situazioni d’incertezza ai limiti della sopravvivenza, largamente generate anche dalla permanenza nel Premium Automotive Group della Ford in cui sopravvivevano stancamente insieme ad Aston Martin e Volvo con l’apporto esterno di Mazda. Il cambio di passo è stato impresso dall’acquisizione da parte di Tata nel 2008, che ha creato una sola entita (Jlr) e ha permesso d’investire nello sviluppo di tecnologie avanzate e di tanti nuovi modelli e che, oggi, permette a questo gruppo di essere il primo produttore di automobili del Regno Unito. A dare impulso a questa situazione è stato l’avvento dell’Evoque nel 2011, il cui successo ha portato introiti e utili al gruppo che, ovviamente, a cascata hanno permesso anche l’ammodernamento dei siti produttivi, lo sviluppo d’inedite architetture e l’utilizzo sempre più esteso dell’alluminio.
Da questo processo, in cui si sono poi integrate la realizzazione di stabilimenti al di fuori dell’Inghilterra e l’intesa raggiunta con Chery in Cina per la produzione di modelli del Giaguaro da commercializzare con un brand specifico, è scaturita alla fine dell’anno finanziario 2016 conclusosi a marzo una produzione complessiva del gruppo di oltre 604mila vetture. Un quantitativo record, che si traduce anche in una crescita del 16% rispetto all’esercizio precedente. A questo risultato, ovviamente, ha contribuito in misura maggiore la Land Rover che ha totalizzato vendite per oltre 420mila unità, ma le quasi 183mila vetture prodotte dalla Jaguar le permettono di vantarsi di essere il brand in maggiore crescita a livello europeo. Gran parte del merito va attribuito al suv F-Pace. Un modello ispirato da un radicale stravolgimento di strategia ispirato sia dalla possibilità di potere sfruttare l’esperienza dei cugini di Land Rover in questo settore, sia dalla crescente domanda a livello globale di questa tipologia di vetture. Lo sconfinamento dai territori nei quali si è tradizionalmente aggirato il Giaguaro, ovvero quello delle berline di prestigio e delle sportive, proprio nei prossimi mesi sarà confermato dall’avvento di due nuovi suv. Si tratta dell’E-Pace e dell’i-Pace.
Il primo debutterà a settembre al salone di Francoforte, si porrà in diretta concorrenza con modelli come l’Audi Q3 e la Bmw X1 e si baserà su un’evoluzione dell’architettura Lr-Ms, ciaoè quella impiegata dalle Land Rover Evoque e Discovery Sport. L’E-Pace sarà proposta sia a trazione anteriore sia integrale, avrà lineamenti chiaramente ispirati da quelli della F-Pace e debutterà con motori a quattro cilindri sovralimentati, sia benzina sia a gasolio, di 2 litri con potenze comprese tra 165 e 240 cv. In seguito dovrebbe proprio essere l’E-Pace a portare allo scoperto il primo powertrain ibrido plug-in firmato Jaguar-Land Rover formato da un motore turbodiesel a 3 cilindri di 1,5 litri e da un’unità elettrica. Successivamente, muoverà anche una versione della prossima generazione dell’Evoque e una dell’attuale Discovery Sport.
Invece, il suv i-Pace sarà la prima Jaguar a Emissioni Zero. Come più volte confermato sarà venduto nel corso del 2018 dopo la passerella al salone di Francoforte del modello definitivo che, tuttavia, non avrà vesti tanto lontane da quelle della show-car che ne ha anticipato l’avvento. L’approccio al mondo delle vetture elettriche da parte di Jaguar (e fra qualche tempo anche di Land Rover) si basa su soluzioni e tecnologie sviluppate internamente per la mobilità a emissioni zero che s’affiancano ad altre recentemente introdotte, come l’esteso impiego dell’alluminio per la realizzazione delle architetture e della carrozzerie dei più recenti modelli dei due marchi. Il sistema propulsivo dell’i-Pace è costituito da due unità elettriche, che essendo una sull’avantreno e una sul retrotreno originano anche un sistema di trazione integrale (sviluppano 400 cv e 700 Nm di coppia). È alimentato da un pacco di batterie agli ioni di litio da 90 kWh, composto da elementi con celle pouch e promette un’autonomia di oltre 500 chilometri.
Per quanto riguarda Land Rover, che sta ultimando lo sviluppo della nuova generazione della Defender attesa il prossimo anno, la novità di punta del 2017 è la Range Rover Velar. Ha debuttato a marzo al salone di Ginevra ed è un modello con lineamenti innovativi, generati dal rapporto fra lunghezza, larghezza e altezza nonché dalle proporzioni e dalla distribuzione dei volumi insieme all’evoluzione del linguaggio stilistico del brand. Lunga 4,80 metri e basata su un’architettura estesamente realizzata in alluminio (al momento caso unico nel settore dei suv di questa taglia) la Velar si caratterizza marcatamente anche nell’abitacolo, in particolare per l’attenzione posta nei confronti dell’ergonomia. È testimoniata dall’assenza d’interruttori e comandi sulla plancia, resa possibile dall’innovativo sistema d’infotainment Touch Duo Pro. Offerta unicamente con la trazione integrale, l’ultima nata di casa Range Rover è in vendita a prezzi che partono da 59mila e arrivano a 112mila euro in versioni spinte da motori a quattro cilindri di 2 litri e V6 di 3 litri, sia a benzina sia turbodiesel, con potenze che spaziano da 180 a 381 cavalli.
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