È una delle agevolazioni più utilizzate, tant’è vero che appare nella maggior parte dei rogiti per l’acquisto di abitazioni. La “prima casa” consiste principalmente, a seconda dei casi, nell’abbattimento dell’Iva dal 10 al 4% e dell’imposta di registro dal 9 al 2% (o all’1,5% se si tratta di un acquisto effettuato per il tramite di un contratto di leasing).
Il diritto dei figli
Per i figli è il rapporto di genitorialità a imporre di continuare a garantire loro lo stile di vita goduto prima della crisi familiare. D’altronde, il divorzio recide il legame tra coniugi, ma non il dovere dei genitori di provvedere ai figli i quali, finché non acquisiscano la capacità di sostenersi da soli, conservano il diritto
ad essere mantenuti.
La separazione
Nulla cambia, inoltre, sul versante assegno di separazione. Non è un caso, quindi, che nella controversia Berlusconi/Lario, la Cassazione (sentenza 12196/2017) abbia confermato l’obbligo dell’imprenditore di versare 2 milioni di euro mensili all’ex moglie. I giudici della 11504/2017, infatti, erano stati chiari: se con il divorzio cade il vincolo coniugale – e, con esso, i doveri di assistenza materiale (fermo l’assegno alimentare per il divorziato indigente) – con la separazione il legame permane. Più precisamente, tra separati restano sospesi solo i doveri di natura personale (convivenza, fedeltà e collaborazione), ma non quelli di tipo economico, quali la previsione di un assegno che il più facoltoso dovrà versare al meno agiato, così da garantirgli un tenore di vita analogo a quello goduto in precedenza.
Questo principio, però, è messo in discussione dalla Cassazione (sentenza 16190/2017) per la quale, nel contestare la riduzione del mantenimento, legato al deteriorarsi delle condizioni economiche dell’obbligato, non può invocarsi il criterio del pregresso tenore di vita, dovendosi quantificare l’assegno in base alla disparità economica tra le parti.
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