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Dossier Mini, il «go-kart feeling» viaggia con le batterie

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    Dossier | N. 12 articoliTra elettrificazione e guida autonoma, come cambia l'automobile

    Mini, il «go-kart feeling» viaggia con le batterie

    Diventare grandi significa prendere delle decisioni e fare delle scelte. Non stiamo parlando però di quale università frequentare o se andare a convivere, dato che il soggetto interessato è il marchio automobilistico Mini. La storia del costruttore inglese parte nel lontano 1959 con la creazione del modello firmato da Sir Alec Issigonis, vettura che in oltre 30 anni di storia è diventata un’icona grazie ad una gestione dello spazio senza eguali e alle vittorie nei rally. Nel 2001 arriva la rinascita del marchio, con il lancio della prima Mini prodotta sotto la gestione Bmw. In questi 16 anni il brand inglese è cresciuto nella gamma, nelle dimensioni e nelle prestazioni, arrivando a contare cinque diversi modelli con una lunghezza massima di 4.30 metri e fino a 231 cavalli di potenza.

    Anche i numeri sono cambiati in maniera importante, grazie alle oltre 135.000 vetture vendute in Europa nei primi otto mesi del 2017 e il traguardo di tre milioni di auto celebrato a dicembre 2016. Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? All’edizione 2017 del Salone di Francoforte Mini ha svelato la strada che intende intraprendere nei prossimi anni, a partire da un modello completamente elettrico in commercio dal 2019. Atteso per i 60 anni del marchio, e per i 18 anni dell’era Bmw, la prima vettura a zero emissioni prodotta dal costruttore inglese è anticipata dalla Mini Electric Concept. Caratterizzata da linee molto vicine a quelle definitive, il prototipo elettrico monta particolari inediti come le luci a Led che riprendono il disegno della bandiera inglese. All’anteriore troviamo la griglia dalle forme esagonali che integra il logo “E”, sigla che identificherà tutti i modelli ibridi ed elettrici, mentre le appendici aerodinamiche presenti contribuiscono a migliorare l’efficienza della vettura. La stessa filosofia è stata adottata per i particolari cerchi in lega da 19 pollici, in grado di migliorare i flussi d’aria laterali. Presentata nelle colorazioni opache Reflection Silver e Striking Yellow, la Mini elettrica non dichiara le proprie caratteristiche tecniche ma promette il “go-cart feeling” tanto apprezzato dai clienti del brand britannico. Se la versione elettrica punterà su autonomia e rispetto dell’ambiente, con la Mini John Cooper Works GP Concept l’obiettivo è stupire tra le curve di un circuito e rendere omaggio ai 50 anni dalla vittoria al Rally di Montecarlo. Battezzato come due edizioni speciali prodotte nel 2006 e nel 2012, il prototipo svelato a Francoforte è stato progettato per garantire grandi prestazioni su strada e un’efficacia di guida mai vista su un modello Mini. Nel dettaglio arriva un kit estetico che allarga in maniera importante il modello stradale da cui deriva, a partire dai nuovi paraurti anteriori e posteriori e dal grande alettone sul portellone. A sottolineare il carattere corsaiolo risalta l’airscope sul tetto (una presa d’aria tipica delle vetture da rally) , le minigonne laterali e l’estrattore d’aria posteriore. Come sulla concept elettrica arrivano i fari posteriori che riproducono una metà della Union Jack, ovvero la bandiera inglese tanto amata dai proprietari Mini, e sono presenti anche luci aggiuntive in caso di gara bagnata.

    Tra le personalizzazioni troviamo il numero 0059 sulle fiancate (che riportano la mente alla Mini del 1959) serigrafato sul passaruota allargato in fibra di carbonio, dove troviamo cerchi in lega da 19 pollici. Osservando gli interni si ha la conferma di come la Mini John Cooper Works GP Concept nasca per l’utilizzo in pista. A bordo è presente un rollbar integrale, i sedili posteriori sono stati eliminati, i rivestimenti di serie sono stati sostituiti con pannelli alleggeriti realizzati con stampa 3D, all’anteriore troviamo sedili anatomici con guscio in fibra di carbonio, cinture di sicurezza a cinque punti, impianto di estinzione, nuova plancia e le levette al volante hanno sostituito la tradizionale leva del cambio. Nessuna informazione invece per quanto riguarda la motorizzazione, anche se è molto probabile una potenza superiore ai 250 cavalli.

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