Motori24

Dossier La febbre dei megasuv aspetta l’eresia Ferrari

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 15 articoliAuto, tutte le novità e le tendenze

    La febbre dei megasuv aspetta l’eresia Ferrari

    • –di
    Il modello Bentayga di Bentley
    Il modello Bentayga di Bentley

    La prima casa ad avere abbattuto il muro che separava i brand supersportivi e di superlusso dai suv è stata la Bentley con la Bentayga. La mossa, avvenuta, un paio d’anni fa, si è rivelata fruttuosa e sta spingendo tanti altri marchi che, sinteticamente, si definiscono del lusso a seguire le sue orme. Infatti, già a partire dai prossimi mesi debutteranno suv di fascia altissima, la cui gestazione è favorita anche dalla possibilità che molti marchi hanno di potere sfruttare le esperienze e di poter attingere alle tecnologie dei gruppi automobilistici a cui appartengono. Opportunità, a dire il vero, che hanno permesso già tempo fa alla Porsche di realizzare la Cayenne, oggi arrivata alla terza generazione.

    La via aperta da questi marchi, ai quali ora si aggiunge anche la Lamborghini con la Urus, sta attraendo anche la Ferrari. Dopo avere più volte escluso, anche a precise domande rivolte a Sergio Marchionne da Il Sole 24 Ore, che nella famiglia del Cavallino potesse arrivare un «eritico» suv ha recentemente cambiato idea.

    Così, adesso, annuncia che un modello di questo genere potrebbe essere deliberato entro il 2020 e, viene anticipato, sarà un perfetto distillato della filosofia Ferrari. In altri termini, sarà frutto di un lavoro di progettazione e sviluppo svolto esclusivamente a Maranello.

    Il maggiore numero di suv aristocratici o di casati che non hanno mai abdicato alla sportività arriverà dall’Inghilterra. In questa direzione si è già mossa la Rolls Royce che sta ultimando la messa a punto della Cullinan, denominazione che prende a prestito da quella del più grosso diamante grezzo che sia mai stato trovato. Il primo suv dello Spirito dell’Estasi dovrebbe debuttare il prossimo marzo al salone di Ginevra. Al pari della Bentayga, la sua realizzazione è stata ispirata dalla crescente richiesta di mega-suv da parte dei mercati più esotici del pianeta, ma scaturisce da una filosofia differente. Infatti, il suv della Bentley si basa e sfrutta molte componenti dell’Audi Sq7 grazie alle sinergie permesse dall’appartenenza al gruppo Volkswagen, mentre quello della Rolls Royce si limita a ereditare da quelli Bmw la trazione integrale e la catena cinematica. Insomma, la Cullinan è una Rolls Royce pura. Ovviamente, è ben riconoscibile come tale a livello stilistico e di raffinatezza dell’immagine ma lo è, ancora di più, perché si basa su un’architettura modulare in alluminio e utilizza un motore V12 di 6,8 litri che sono stati sviluppati a Goodwood e che, tra l’altro, sono appena stati portati all’esordio dalla Phantom 8.

    Si vedrà, invece, nel 2019 il primo suv firmato Aston Martin. Battezzato Dbx, proprio come la concept-car che ne anticipò la gestazione al salone di Ginevra del 2015, è un modello strategico per il brand britannico. Infatti, proietterà la produzione dalle attuali 5mila unità sino a quota 12mila all’inizio del prossimo decennio. La realizzazione della Dbx, che uscirà dallo stabilimento di St Athan in Galles da poco inaugurato, è propiziata anche dal legame tra l’Aston Martin, controllata dall’Investindustrial della famiglia Bonomi, e la galassia Daimler, in particolare il brand Amg. Si baserà, quindi, su un’architettura made in Mercedes e sarà spinta da un motore V8 biturbo di 4 litri, che scaricherà al suolo la motricità attraverso un sistema 4Matic.

    Le opportunità offerte da joint-venture o dall’appartenenza a un grande gruppo automobilistico sono adesso alla portata anche della Lotus. Infatti, il più piccolo dei brand sportivi britannici è da poco stato acquisito dalla cinese Geely, che ha già fatto risorgere la Volvo. L’iniezione di capitali permette a questo iconico marchio di guardare al futuro con serenità e programmare nuovi modelli. Il primo sarà un suv, frutto della possibilità di contare sulle sinergie con il brand svedese per la catena cinematica e la propulsione ibrida ma fedele al know-how Lotus a livello di leggerezza e cura aerodinamica. Indubbiamente non sarà un mega-suv, ma il fatto che sia il primo progetto della nuova era della Lotus dimostra quanto le “ruote alte” sono considerate salutari nei confronti della produzione e, quindi, dei bilanci.

    © Riproduzione riservata